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Zona bianca, Legalman contro le "multe facili": cosa non torna sugli autovelox

Gabriele Imperiale
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Fleximan, Dossoman e adesso Legalman. Una nuova figura sbarca sulle nostre strade, ma a differenza dei suoi predecessori stavolta fa della legalità il suo mestiere. Non si sa se sia l’eroe di cui abbiamo bisogno, ma – a detta sua – lo è già per migliaia di cittadini. Carlo Spaziani, questo il suo nome all’anagrafe, è un ex ufficiale dei vigili urbani di Roma capitale: una vita passata a controllare il traffico, multare chi della velocità non se ne preoccupa e adesso al fianco proprio dei multati nella loro lotta quotidiana alle contravvenzioni “facili”. Ospite di Giuseppe Brindisi e del suo Zona Bianca su Rete 4, l’ex ufficiale si è presentato ed è intervenuto durante il blocco del programma intitolato “I velox come bancomat dei comuni”. Ed è proprio questa la lotta di Spaziani: con una grossa L di Legalman appuntata sul petto aiuta i cittadini a proteggersi dalle amministrazioni e dai loro autovelox eccessivi.

 

 

Intervistato dal conduttore Mediaset dopo il sindaco di Como, Alessandro Rapinese – ospite anche lui in studio – l’ex ufficiale spiega le sue motivazioni: “In parte sono d'accordo, in parte no – dice riferendosi all’intervento precedente del sindaco - Ho sempre sostenuto che vanno rispettati i limiti di velocità, perché sono a salvaguardia della vita umana. Questo è imprescindibile”. “Ma…” lo incalza Brindisi “Però bisogna anche tenere conto che il codice della strada è stato istituito nel 1992 e i tecnici dell'epoca hanno stabilito dei limiti ben precisi in rapporto alla tipologia delle strade e dei tipi di veicoli – spiega Legalman che poi va dritto al punto – Perché questi limiti invece vengono ribassati? Non riesco a concepire questi limiti ribassati”. 

 

 

Poi dice di più: “Noi abbiamo molte strade dove troviamo, nella stessa strada, 50\70\90\30”. Spaziani si riferisce ai limiti di velocità che ogni giorno chi guida trova lungo il proprio tragitto e per l’ex ufficiale dei vigili urbani, il variare della velocità “diventa un pericolo perché il conducente deve stare costantemente con gli occhi più a guardare la segnaletica che non la strada”. Brindisi riprende la parola e fa un’ultima domanda a Legalman: “Quanti automobilisti ha già salvato lei aiutandoli con i ricorsi?”. Spaziani risponde seccamente: “Migliaia”.

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