proteste a zero
Capezzone fa impazzire le studentesse pro Palestina: "Fatevi un giro in Iran"
Daniele Capezzone striglia la sinistra e i giovani studenti universitari, da tempo protagonisti di contestazioni e scontri con le forze dell’ordine all’interno e fuori dagli atenei sull’onda del conflitto in Medioriente. Ospite di Giuseppe Brindisi a Zona Bianca su Rete 4, il direttore editoriale di Libero è intervenuto sul tema e ha fatto commenti durissimi. “Io ho un esempio personale – ricorda il giornalista – a ottobre 2022 alla Sapienza partecipavo a una conferenza regolarmente organizzata dai giovani di centrodestra. C'erano 300 belve che volevano fare polpette di Capezzone e ancora aspetto, 18 mesi dopo, che ci sia uno di sinistra che dica una parola di solidarietà a me e ai giovani di centrodestra”. Capezzone va poi al nocciolo della questione: “Tre flash. Primo: da quando c'è il governo Meloni, i poliziotti feriti sono 145, i manifestanti feriti la metà. Il che testimonia una gestione prudente, prudentissima, forse perfino troppo prudente dell'ordine pubblico”. “Secondo – continua il direttore – sarà l'ora di dire agli studenti che un conto è esprimere dissenso, il che è sacrosanto, altro conto è tentare di chiudere la bocca agli altri e quella è violenza insopportabile?”.
E infine: “Terzo: c'è un gruppetto che si chiama Cambiare Rotta, che c'ha sfinito l'anima da 18 mesi. È contro Capezzone, per Cospito, per le tendine, per la casa – spiega ironico – Si va a votare questa settimana all'università Statale di Milano: non hanno fatto neanche il quorum minimo per entrare negli organi. Non rappresentano nessuno. Sono solo palloncini mediatici gonfiati dalla sinistra che poi fanno puff”. Il giornalista è durissimo. Ma non si ferma qui. Perché più tardi riprende la parola e complice il collegamento con alcuni studenti romani, si scatena. Prima cita un dato: “Dal 1 gennaio a oggi, ci sono state in Italia 5000 manifestazioni e problemi si sono verificati nell’uno virgola qualcosa % di queste manifestazioni”. Poi attacca la sinistra: “Un poliziotto può sbagliare? Certo che può sbagliare, certo. Ed è augurabile che non accada – spiega Capezzone – li insultano, cercano di levargli gli scudi, cercano di sfondare, gli volete dare un premio?”.
Infine, parla direttamente con le studentesse in collegamento: “Ma che state a dire? Parlate, ma di che parlate? Voi dite di essere per il dissenso, molto bene. Perché non vi fate un giro in Iran dove chi dissente viene fucilato e impiccato? Dite di essere per i diritti delle donne. Lo sapete con Hamas e con l'Iran che succede alle donne?”. Capezzone è un fiume in piena e si alzano i toni. “Ma cosa c’entra? Ma cosa c’entra?”, gli risponde una delle studentesse intervistate. “Dite di essere per i diritti delle persone..” ormai però la situazione è irrecuperabile: sia Capezzone che le studentesse si urlano addosso. “Noi siamo in Italia, siamo in Italia e parliamo di quello che è il nostro governo, non quello degli altri”. Capezzone, invano, tenta di chiudere il suo intervento ma ormai la situazione è definitivamente compromessa. Ci pensa Brindisi a sbloccare l’impasse, togliendo l’audio agli ospiti e passando al prossimo argomento.