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Zona Bianca, Matteo Salvini difende Toti: "Non si deve dimettere"

Luca De Lellis
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L’inchiesta giudiziaria sul governatore della Liguria Giovanni Toti è stato l’ennesimo terremoto politico dell’ultimo mese, se si considera anche quanto accaduto in Puglia con il sindaco di Bari Antonio Decaro. Le accuse nei confronti del Presidente della Regione Liguria sono piuttosto corpose, essendo indagato non solo per corruzione semplice continuata (ai domiciliari), ma anche per corruzione aggravata dall'aver agevolato la mafia e falso. Tuttavia, secondo il parere di Matteo Salvini – intervistato dal conduttore del programma Zona Bianca, Giuseppe Brindisi, su Rete 4 - ciò non basta per ritenere colpevole una persona: «In un paese civile qualcuno può essere colpevole solo dopo una condanna definitiva del Tribunale, non per degli articoli di giornale o per delle intercettazioni telefoniche, e questo vale per qualunque lavoratore». Conseguenza logica è che secondo il leader della Lega «Toti non deve dimettersi», perché a suo dire questo incentiverebbe tutti a credere che si sia «presunti colpevoli anche se solo indagati». Poi si lascia andare a un sospetto: «Io spero che qualcuno non usi queste indagini per fermare i cantieri aperti a Genova e in tutta la Liguria. Spero che le indagini proseguano velocemente, e che se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi».

 

 

 

 

Salvini porta la discussione sul binario personale, ricordando ai telespettatori che anche lui è ancora coinvolto in un processo, cosiddetto Open Arms, «per il quale in autunno un giudice del Tribunale di Palermo deciderà se, da ministro dell’Interno, bloccare gli sbarchi dei clandestini e salvare vite è stato un mio diritto, oppure se ho commesso un sequestro di persona» come ipotizza l’accusa. Come da abitudine, quando un magistrato avvia un’inchiesta su un personaggio politico durante il periodo di campagna elettorale si grida alle cosiddette "indagini a orologeria". Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti non si pronuncia, rimanendo diplomatico, ma facendo intendere come non gli risulti corretto considerare il governatore della coalizione di centrodestra Toti già colpevole prima di un giusto ed equo processo, nonostante l’arresto ai domiciliari: «Le statistiche dicono che ogni giorno 3 italiani vengono arrestati e poi scarcerati perché innocenti, quindi non penso che ci si debba dimettere per un’accusa, che ha bisogno di essere dimostrata».

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