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Festa della mamma, il sogno di Myrta Merlino: "Le madri salveranno il mondo"

Carlo Antini
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Tre figli e una vita intensa di giornalista, scrittrice, autrice e conduttrice tv. Nel giorno della festa della mamma Myrta Merlino affronta l’amore, la magia e le questioni irrisolte di un ruolo chiave in tutte le società, in tutti i tempi. E oggi ancora di più.

Myrta Merlino, oggi è la festa della mamma. Per lei qual è il significato di questo giorno?
«Serve a ricordare che questa figura è fondativa della nostra società e dev’essere al centro di tutti i nostri progetti. È il nostro ganglo essenziale ma le madri devono reinventarsi perché il ruolo è diverso rispetto al passato».

In che modo è cambiato il ruolo della mamma?
«È cambiato in modo radicale. Fino a qualche tempo fa la mamma veniva identificata solo con alcune attività definite. Oggi, invece, le mamme devono essere in grado di dare sicurezza in modo diverso. Dobbiamo essere radice e àncora anche senza essere l’angelo del focolare. Ma l’abbraccio di una madre resta l’energia sulla quale possiamo contare».

Cosa ricorda di quando è diventata madre?
«La mia storia rende perfettamente l’idea dell’energia che si sprigiona. Avevo solo 26 anni quando ho scoperto di essere incinta. Sono andata dal ginecologo e mi ha detto che aspettavo due gemelli. La mia gravidanza non era voluta ed ero disperata. Ero terrorizzata e avevo la sensazione di essere in trappola. Temevo che i figli mi avrebbero tolto opportunità professionali e che la mia carriera fosse finita. Ma è avvenuto esattamente l’opposto».

Da quel momento com’è cambiata la sua vita?
«Dopo il parto ho avuto una vera illuminazione. Ho sentito immediatamente una forza straordinaria e un’energia incredibile.
La maternità ti rende subito una donna più centrata e non più in balìa delle onde. Ho avuto quasi una percezione di onnipotenza. Nella vita ho vissuto tanti dolori ma il fatto di essere madre mi ha reso più forte. Nulla è paragonabile ai figli che diventano il centro di tutto. E anche le mamme sono al centro di tutto. È una specie di magia, una lezione profondissima».

Cosa le ha insegnato essere madre?
«Ti consente di sentire davvero l’altro, di vivere più di una vita insieme.
Per questo ci rimango male e mi dispiace quando vedo le giovani donne che rimandano il momento della maternità. Emanciparsi senza vivere questa parte dell’esistenza sottrae qualcosa di molto importante. E, una volta superata una certa età, diventa molto difficile. Il problema è che molte donne si sentono sole».

Cosa si può fare per aiutare le giovani donne a diventare madri?
«Bisogna investire risorse. Ci vogliono servizi e strutture, asili nido nelle aziende e pulmini per le scuole. Una donna che guadagna 1.500 euro al mese come fa a spenderne mille per assicurarsi l’aiuto di qualcuno nella gestione quotidiana? Abbiamo bisogno di creare una rete di sostegno per aiutare le donne ad essere madri fino in fondo. La maternità è diventato un affare per ricchi e un Paese che non investe su questo muore».

Come ha fatto a conciliare la sua intensa carriera e l’essere madre di tre figli?
«È stata una fatica immensa ma i figli mi hanno dato una marcia in più. Ricordo bene quanto mi è costato non esserci in alcuni momenti della loro vita. Mi sembrava di essere sempre nel posto sbagliato. Poi, quando sono cresciuti, ho iniziato a girare attraverso l’Europa per andarli a trovare. Non mi fermo mai. Sapere che non vivi solo per te stesso ma anche per altri mi ha dato una forza che non pensavo di avere. È un’energia rigenerante e senti quasi di avere i superpoteri».

Nel suo libro «Madri. Perché saranno loro a cambiare il nostro Paese» racconta le storie di mamme che hanno fatto la differenza. Cosa l’ha spinta a raccontarle?
«La consapevolezza che saranno le mamme a salvare il mondo. L’idea del libro è nata dalla storia di Toja Graham, una madre di colore che è andata a prendere suo figlio per la collottola mentre manifestava per le strade di Baltimora. Quella figura mi ha aperto gli occhi e mi ha fatto comprendere ancora meglio il ruolo etico che devono avere le mamme.
Possono unire tutta la società».

In che modo possono salvarci?
«Le mamme sono quelle che formano gli uomini e le donne del futuro. Sono le grandi costruttrici. Anche nella guerra in Ucraina stanno dimostrando il loro valore. Se i leader politici del mondo fossero tutte madri per noi ci sarebbe una speranza in più. E gli uomini farebbero un grande passo in avanti.
Hanno a cuore la vita e hanno in sé il senso della cura e della generosità».

Nelle sue trasmissioni televisive ha ospitato tante volte mamme testimoni di esperienze molto forti. Quali sono le storie che le sono rimaste più impresse?
«Mi sto occupando molto delle madri di ragazze vittime di femminicidi. La loro forza è nella ricerca della giustizia e nella necessità di non abbandonare mai la lotta. Ad ogni costo. In questi casi mi piace parlare di una vera maternità militante. Il loro dolore si trasforma nel desiderio di migliorare la società in cui viviamo. Non mollano e combattono in memoria delle loro figlie. La loro testimonianza le rende le vere eroine del nostro tempo».

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