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Bruno Vespa uomo di garanzia e quella tentazione M5S di mettergli il bavaglio

Antonio Siberia
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C’è già chi vorrebbe togliere il fischietto al Sommo Arbitro del duello televisivo più atteso d’Italia, quello fra la presidente del Consiglio e leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e la leader del Partito Democratico, Elly Schlein. Lui, il sommo arbitro, è Bruno Vespa, facitore di televisione e di giornalismo da decenni, un cavallo di razza insomma. Il duello si farà da lui, una vittoria sua e della Rai, dunque, che però non va giù a molti, a cominciare dai 5 Stelle. A parte che la dissonanza di una politica che davanti alla notizia di un duello tv fra il capo del governo e quello dell’opposizione anziché gioire per la possibilità informativa offerta, si attacca alla par condicio e fa le bizze perché per rispettarla servono duelli e confronti fra tutti (Cosa? Una tribuna politica? Un talk con tutti i leader? Quanti leader?) lascia interdetti e delusi. Negli Stati Uniti il confronto tv fra Joe Biden e Donald Trump è atteso come una grande occasione di informazione che gli americani hanno e gli Usa sono una grande democrazia.

 

 

Bruno Vespa, con saggezza e idee chiare, ha fatto già sapere che «par condicio significa garantire parità di condizioni, quindi un minuto dopo aver ricevuto conferma da Meloni e Schlein è partito l’invito per Conte e Salvini. Dopodiché alla luce delle regole che l’Agcom stabilirà la settimana prossima, vedremo come assicurare lo stesso spazio agli altri leader politici. È una cosa molto burocratica: prima si sfidano i due partiti più forti di maggioranza e opposizione, poi i secondi, poi i terzi e così via». Quanto alle regole del confronto fra Giorgia ed Elly, anche su questo Vespa ha già messo le carte in tavola: il confronto fra la premier e la segretaria dem «durerà un'ora esatta, dalla fine del Tg1 sino alla prima serata, con tempi certi e precise regole di ingaggio».

 

 

Che si torni a un confronto tv fra le leader dei due principali partiti nazionali (per voti dati loro dagli italiani e dalle italiane) è una buona notizia non solo per la informazione, la televisione e Bruno Vespa che lo condurrà ma pure per il bipolarismo italiano. Un bipolarismo nato di fatto con la discesa in campo, nel 1994, di Silvio Berlusconi e che ormai da un trentennio è diventato costume nazionale. Tornare indietro sarebbe un errore. Un remar contro la storia. Per questo il duello s’ha da fare e le critiche, comunque e sempre in nome della par condicio (una legge che sarebbe davvero arrivato il momento di abolire) non colgono lo spirito del tempo. Perché si, è vero, alle Europee si voterà con il proporzionale ma l’attitudine nazionale al bipolarismo quella non si può cancellare. Così come non si può cancellare il fascino di un faccia a faccia politico condotto dal Sommo Arbitro. Nome: Bruno. Cognome: Vespa.

 

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