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Otto e mezzo, puntata ad alta tensione. Sechi contro La Torre su Toti: "Si informi"

Gabriele Imperiale
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L’inchiesta sul governatore della Liguria, Giovanni Toti, continua a fare discutere nei salotti televisivi. Non poteva mancare il confronto a distanza tra Cathy La Torre e Mario Sechi che sull’argomento hanno espresso pensieri diametralmente opposti. Ospiti di Lilli Gruber su La 7, i due si sono punzecchiati a distanza.
Il primo a intervenire è il direttore di Libero. Interpellato da Gruber sull’atteggiamento del presidente del Consiglio in merito al caso, Sechi risponde in maniera secca: “Come sempre, Giorgia Meloni guarda quelli che sono i fatti e gli atti soprattutto”. Poi sottolinea un dettaglio della vicenda: “Vige la presunzione di innocenza in questo Paese – ricorda il direttore – anche se poi di fatto vediamo che c'è una presunzione di colpevolezza che viene praticata nel sistema dei media da ormai trent'anni”.

 

 

L’inchiesta: “Secondo me è criticabile sotto moltissimi aspetti – spiega – L'aspetto temporale: quattro anni di indagini che addirittura diventa enorme nel momento in cui il resto viene effettuato 4 mesi dopo la richiesta”. Non un dettaglio da poco visto che “per quattro mesi il presidente della Regione Liguria viene lasciato lì, sospeso, e poi alle tre della notte viene arrestato come un pericoloso appartenente a chissà quale piano della criminalità organizzata”. Direttore che chiude poi il suo intervento: “Se queste sono le cose che sono emerse finora, probabilmente Toti avrà un esito positivo nel suo processo – dice profetico – Il problema è che avere giustizia in questo Paese, l’avrà forse troppo tardi”. Gruber chiede un parere di La Torre: “Io faccio l'avvocato e vorrei dire che le indagini ogni sei mesi devono essere confermate – spiega ai telespettatori – Quindi se sono durate quattro anni non è stato nella illecità”. 

 

 

Si sente Sechi che vorrebbe intervenire: “Abbiamo un codice di procedura penale che prevede che le indagini possano procedere fintanto che c'è il materiale per indagare – incalza La Torre – quindi se hanno avuto l'ok dalla procura c'erano gli elementi”. L’avvocato evidenzia un altro elemento: “Qualcuno può anche parlare dei cittadini e delle cittadine della Liguria che non hanno un presidente della Regione perché è agli arresti domiciliari”. Sechi, inquadrato, prepara il contrattacco e commenta: “Sono considerazioni politiche queste come sempre”.  La Torre va avanti: "E che quindi si dovrebbe dimettere per questo motivo?”. Sechi però sbotta: “Ma non è vero. C’è l’istituto della reggenza in Liguria. Si informi”. La trasmissione è agli sgoccioli ma la discussione tra i due continua: “Non può governare”, ribatte La Torre. Sechi è furente: “Ma chi l’ha detto? Ma questa è una cosa che non esiste”. Interviene Gruber che deve chiudere la puntata: “Tu sei contrario, alcuni sono a favore….”. “Ma che cosa sta dicendo – dice Sechi – non è contrari o a favore. C’è l’istituto della reggenza, vi informo…”. Gruber però è durissima e chiude la partita citando il caso Bari e lanciando il Punto di Paolo Pagliaro.

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