È sempre Cartabianca
È sempre Cartabianca, Sallusti mette la mano sul fuoco per Toti: tempismo strano
Che cosa dovrebbe fare Giovanni Toti? È cosi che Bianca Berlinguer accoglie Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, nella puntata del 7 maggio di È sempre Cartabianca, il talk show di Rete4 andato in onda nel giorno in cui il presidente della Regione Liguria è stato posto agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta per corruzione. Il giornalista risponde così alla padrona di casa: “Io non so cosa deve fare Toti, ma so con certezza che Toti è un galantuomo e lo dico, non perché sono garantista, ma perché lo conosco da 20 anni, sia professionalmente che personalmente. Metto la mano sul fuoco per quel niente che conta che Giovanni abbia fatto coscientemente qualcosa di illecito, è proprio la cosa più lontana dal Toti che io conosco. Mi sembra un po’ strano che a 20 giorni dalle elezioni si decidano gli arresti per un governatore in Italia, io non ho memoria recente di arresti di governatori per un’inchiesta nata 4 anni fa. Da 5 mesi c’è la richiesta di arresto e guarda caso a 20 giorni dall’elezioni accade tutto questo”.
“Secondo te è stato fatto apposta per cercare di danneggiare le elezioni?”, chiede Berlinguer e Sallusti risponde: “Beh diciamo che ci sono 5 anni di inchiesta, 5 mesi di richiesta di arresto e si arriva a 20 giorni dalle elezioni… Io segnalo la tempistica, poi ognuno tragga le sue considerazioni”. "È un teorema quello della Procura, beato chi ha fiducia nei magistrati. Non lo dico a caso, io sono stato arrestato e poi la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato l'Italia a risarcirmi per ingiusta detenzione", dice ancora Sallusti.
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Che scatena la reazione di Concita De Gregorio: "Posso dire che non è bello Sallusti insinuare davanti ad un ampio pubblico che la magistratura sia ad orologeria e che la giustizia sia al soldo della politica? Non è proprio un servizio al Paese, è un venticello, una calunnia. Non fa un buon servizio alla democrazia". "Leggi il libro di Luca Palamara e poi ne parliamo", la chiosa del direttore del quotidiano.