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Otto e mezzo, Montanari non si pente: "Fogne. Manganello e olio di ricino"

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Hanno scosso l'opinione politica (non della sinistra) e pubblica le parole che Tomaso Montanari ha rivolto a il Secolo d’Italia il 25 aprile. Il rettore dell’Università per stranieri di Siena, su X, ha commentato un articolo in cui il giornale ha scritto che l'anniversario della Liberazione era "ridotto alla giornata dell’odio contro Giorgia Meloni e il fascismo immaginario". "Ma almeno oggi tornate nelle fogne e tacete", ha scritto lui. E da questo episodio è partito il colloquio tra il diretto interessato e Lilli Gruber a Otto e mezzo. "È pentito di queste parole non proprio morbide ed eleganti?", ha chiesto la conduttrice senza tanti giri di parole. "Per nulla" è stata la risposta secca di Montanari. 

 

 

"Rispondevo all'ennesimo attacco", ha spiegato poco dopo, per poi schierarsi esplicitamente contro una certa fetta della stampa: "Ci sono certi giornali che usano il manganello e l'olio di ricino, almeno metaforicamente. Sono bersagli di giornali quotidianamente". Il rettore dell'Università per stranieri di Siena è allora tornato al punto della questione: "Il fatto che il 25 aprile il Secolo d'Italia abbia fatto un pezzo contro l'antifascismo, contro di me, contro Scurati e contro Raimo ha fatto sì che io rispondessi". "Gli eredi del fascismo sono le fogne della storia. La nostra Costituzione pensava di averle sigillate quelle fogne. È l'unica opinione che non ha il diritto di essere esposta perché è un crimine e non un'opinione", ha detto. 

 

 

"Ci si duole che qualcuno posti una foto del Presidente del Senato a testa in giù, ma non si commenta quella foto. Cerchiamo di guardare la luna e non il dito. Abbiamo un enorme problema: la classe dirigente che ci governa non ha affatto reciso le sue radici fasciste. Potrà non piacere l'espressione, ma io credo che il fascismo e quei mostruosi crimini siano le fogne della storia", ha ribadito l'ospite di Gruber. 

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