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Amadeus, "chi mente a se stesso...": frecciata clamorosa a Lucio Presta?

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"Chi mente a se stesso e presta ascolto alle proprie menzogne, arriva al punto di non distinguere più la verità, né in se stesso, né intorno a sé": è questa la frase di Fedor Dostoevskij che Amadeus ha scelto per lanciare un messaggio sibillino. Le parole, pubblicate attraverso una storia Instagram e accompagnate in sottofondo dal motivetto di Pinocchio, sono state da molti interpretate come una chiara frecciata al suo ex manager Lucio Presta. "Molti anni fa ho avuto il privilegio di essere ricevuto dal presidente Andreotti per il consueto scambio degli auguri natalizi. Erano incontri brevi (massimo 30 minuti) nei quali ho imparato più cose di quante ne ho imparate negli anni successivi. La prima che esiste una malattia conclamata che si chiama Sindrome rancorosa del beneficiato. La seconda che la gratitudine è il sentimento della viglia e la terza che se tu fai del bene a qualcuno avrai tanti incavolati ed un ingrato": così l’ex agente del conduttore, in un’intervista concessa a Il Giornale ha cercato di spiegare le motivazioni del suo divorzio dal direttore artistico degli ultimi cinque festival di Sanremo.

 

 

Alla domanda se si riferisse alla fine del suo rapporto con Amadeus, Presta ha ammesso: "Non sbaglia. Il mio lungo rapporto con Amedeo Sebastiani potrebbe essere sintetizzato con le profezie di Giulio Andreotti. Non voglio parlare del Sebastiani pre-2020 perché nulla ha a che fare con quello del periodo 2020-2023". Incalzato sulle tempistiche e sulle cause della rottura tra i due, Presta è tornato all’estate scorsa e ha raccontato: "Amadeus chiese un appuntamento a me e a mio figlio in qualità di produttore di Arena Suzuki. Era Giugno 2023. Durante questo incontro Ama fece una richiesta: che gli venisse pagato dalla società la direzione artistica e che gli fossero riconosciuti il 100 per cento dei diritti della titolarità del format. Richiesta non raccoglibile. Direzione che era già pagata dalla Rai che aveva stretto un accordo con Arcobaleno Tre, titolare del format. Io ricordo ad Amadeus che non solo non può vantare quei titoli, ma che la Commissione di Vigilanza Rai ha vietato la possibilità che gli artisti possano prendere del denaro dai produttori di programmi che loro conducono. In qualità di manager abbandonai la riunione".

 

 

Successivamente, il manager ha riferito che "Amadeus rimase con mio figlio che cedette alle sue insistenze fino a riconoscergli una quota in qualità di Direttore artistico del programma e per aver collaborato all’ideazione del programma. Ribadisco: cosa non vera perché se così fosse stato sarebbe stato obbligato a dare il format alla Rai come da suo contratto con l’azienda". Perché il figlio? "Per non rompere il rapporto che c’era fra me e Ama e per il grande affetto che mio figlio nutre per lui. Gli riconobbe 90mila euro, oltre quelli versati negli anni precedenti ed anch’essi non dovuti. Denaro che Ama ha fatturato regolarmente con la dicitura direzione artistica, contravvenendo così alla circolare della Vigilanza Rai. Inoltre l’acquisto del programma avvenne negli anni, da parte della Rai, come acquisto diritti di ripresa, quindi il format, di fatto è di Arcobaleno Tre", ha concluso. 

 

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