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Morgan sferza il concertone: "Non degno dell'Italia", il discorso "politico"

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Morgan arringa la folla bagnata e danzante del concertone del Primo maggio al Circo Massimo. Nel corso della sua esibizione Marco Castoldi, questo il vero nome dell'artista, ha tirato fuori dei fogli: "Ho preparato un discorso", ha annunciato. "Non esiste un'altra situazione in cui si vedono tutti questi ombretti, voi siete qua e non è da dare per scontata questa cosa: per chi si andrebbe fuori con tutti gli ombrelli?  Per i politici? No, non si fa questa cosa per i politici... si fa solo per la musica", arringa Morgan. 

 

La musica "è una cosa molto più importante di quello che i politici pensano", afferma il cantautore che fa notare come la festa dei lavoratori sia, per chi si occupa di musica e spettacolo, un giorno di lavoro. Sopra e dietro al palco "ci sono dei ragazzi dei competenti, delle persone che hanno studiato e che si impegnano, che non hanno nessun tipo di tutela legale in questo paese, perché gli artisti sono per niente considerati e rispettati dalla politica". Ma "dal popolo sì,  lo sa benissimo che rimanere senza canzoni e senza musica è fare una vita peggiore". Poi l'appello ai politici: "Noi italiani siamo gli inventori della musica, in tutto il mondo la parola 'allegro' significa pezzo veloce e la parola 'adagio' significa pezzo lento...", ricorda Morgan, che chiede alla politica di non lasciare gli artisti privi di tutela legale "nelle mani del mercato squalo", altrimenti sarebbe "un segno di grande arretratezza, non degno di quello che l'Italia deve essere". 

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