Piero Fassino, la security davanti ai magistrati: "Sommarie informazioni", cosa esce fuori
Il profumo-gate continua, ora è la volta dei vigilantes e dei dipendenti del duty free del Terminal 1 dell'aeroporto di Fiunmicino che dovranno raccontare ai magistrati cosa è successo davvero con Piero Fassino. A riportare gli ultimi sviluppi del caso del presunto tentato furto di una bottiglietta di profumo è Libero. Ebbene, secondo le ultime indiscrezioni oggi "la Procura di Civitavecchia dovrebbe ascoltare i dipendenti delle società di gestione dei duty free di Fiumicino presenti nei giorni e negli orari in cui l’esponente di primo piano della Direzione Pd, Piero Fassino, è transitato nell’area commerciale dello scalo internazionale romano". Non si tratterà di veri e propri interrogatori ma di "assunzioni sommarie di informazioni", per verificare "il fondato sospetto" emerso dopo la visione delle immagini delle telecamere di sicurezza dello scalo aeroportuale, è quanto trapela dalla procura laziale e riportato dal quotidiano.
Fassino e il primo sospetto 45 giorni fa. Inseguito dalla sicurezza ma si dileguò
Insomma, come noto ci sarebbero dei precedenti, almeno due, mentre emerge che il 15 aprile scorso, quando si sono svolti i fatti che hanno portato alla denuncia da parte dei gestori del duty free, il politico dem si sia fatto scappare anche un "lei non sa chi sono io". La vicenda ha colpito molto l'opinione pubblica e i protagonisti della politca. "Se davvero le cose stanno come vengono raccontate, deve essere aiutato da chi gli vuole bene. Se fosse vero non sarebbe il Piero Fassino che conosciamo", ha detto il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, partecipando domenica 28 aprile a Dritto e Rovescio su Rete4.