Feltri azzanna la sinistra: celebrano Ilaria Salis e si indignano per Vannacci
Vittorio Feltri si concentra sulle candidature alle prossime elezioni Europee nella sua “Stanza”, la rubrica che tiene su Il Giornale. Nell’edizione del 27 aprile il direttore editoriale risponde così a chi ha dubbi sulla scelta della Lega di sfoderare il generale Roberto Vannacci nelle liste: “Si tratta di una decisione molto ardita e per questo stesso motivo azzeccatissima. Matteo Salvini ha dimostrato di possedere coraggio e anche lungimiranza volendo candidare a tutti i costi un personaggio inviso alla sinistra, odiato per avere difeso la libertà di pensiero, per avere osato sfidare le convenzioni, il politicamente corretto, il perbenismo imperanti, di cui buona parte del popolo italiano è arcistufa. Dunque ben venga una candidatura di tale caratura, di tale prestigio e pure originalità”.
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“Eppure - scandisce Feltri - tanti storcono il naso, poiché il generale Vannacci è annoverato tra le cattive persone, tra i fascisti, i razzisti, gli omofobi, pur non essendo nulla di tutto questo. E coloro che si scandalizzano e si indignano per il coinvolgimento del militare nella corsa ai seggi europei sono gli stessi che hanno applaudito e celebrato la candidatura di Ilaria Salis. A suscitare perplessità non dovrebbe essere la candidatura di Vannacci, il cui curriculum vitae è gremito di onorificenze, esperienze, meriti e riconoscimenti, bensì quella di tale Ilaria Salis, maestra e nuova eroina della sinistra, che la osanna non in virtù di quello che la signora ha fatto nella sua esistenza ma in virtù di quello che le viene fatto in Ungheria, dove è stata condotta verso l’aula di tribunale con le catene a polsi e caviglie. Cosa ha realizzato Salis - capolista di AVS, l’alleanza guidata da Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli - per l’Italia? Cosa ha compiuto questa donna per la patria o per il popolo italiano? Nulla. Eppure ci scagliamo contro un uomo valoroso che per il suo Paese ha fatto tanto e di più”.
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“Stavolta penso che il leader della Lega ci abbia visto giusto. E prevedo che il generale raccoglierà montagne e montagne di preferenze in quanto incarna perfettamente quel senso di frustrazione e di ribellione delle masse nei confronti della dittatura del pensiero che ci impone di adottare certi schemi, di dire determinate cose e di non dirne altre, pena l’isolamento sociale e la macellazione mediatica”, la considerazione finale di Feltri. Insomma, non c’è duello tra Salis e Vannacci.