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In altre parole, ci mancava "l'antivannaccismo". Chi tira in ballo Gramellini

Luca De Lellis
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Appena apre bocca scatena il putiferio. È forse questo l’autentico effetto-Vannacci: entra nella pancia delle persone, qualunque cosa lui dica, perché come un elefante in una cristalleria entra a gamba tesa nei temi caldi della società odierna. Un ulteriore valido esempio è l’ultima intervista del generale concessa a La Stampa, di cui Massimo Gramellini – conduttore della trasmissione “In altre parole” in onda su La7 – ha voluto riportare un estratto nel suo monologo introduttivo per poi commentarlo aspramente, coinvolgendo anche il premier Giorgia Meloni. Ma riavvolgiamo il nastro. Quali sono le frasi tanto discusse e divisive pronunciate da Roberto Vannacci, fresco di candidatura alle Europee in qualità di capolista della Lega di Matteo Salvini? Quella per cui studenti a scuola vanno divisi per le loro capacità, poi altri concetti espressi dal militare candidato alle europee con la Lega su gay e stranieri. 

 

I partiti d’opposizione hanno ritrovato una fugace unione d’intenti nel criticare le – a parer loro -scellerate e pericolose dichiarazioni discriminatorie di Vannacci.  L’editorialista del Corriere della Sera e conduttore del programma Massimo Gramellini non ha digerito le “perle di saggezza ancora una volta dispensate dal generalissimo Vannacci durante l’intervista a La Stampa”. Il sarcasmo sul suo volto è tutto un programma. Poi rivolge una provocazione direttamente alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, dato che la Lega recita una parte importante nella sua maggioranza di governo.

 

“Vorrei che Meloni, visto che sul tema dell’antifascismo ha sempre rifiutato di schierarsi, almeno ci facesse capire se è con o contro il vannaccismo”, concetto coniato dallo stesso Gramellini a indicare l’assoluta indisposizione nei confronti dei valori professati dal generale Vannacci. Che però ha un pregio che non può non essergli riconosciuto: non nasconde mai quello che pensa.

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