In altre parole, ci mancava "l'antivannaccismo". Chi tira in ballo Gramellini
Appena apre bocca scatena il putiferio. È forse questo l’autentico effetto-Vannacci: entra nella pancia delle persone, qualunque cosa lui dica, perché come un elefante in una cristalleria entra a gamba tesa nei temi caldi della società odierna. Un ulteriore valido esempio è l’ultima intervista del generale concessa a La Stampa, di cui Massimo Gramellini – conduttore della trasmissione “In altre parole” in onda su La7 – ha voluto riportare un estratto nel suo monologo introduttivo per poi commentarlo aspramente, coinvolgendo anche il premier Giorgia Meloni. Ma riavvolgiamo il nastro. Quali sono le frasi tanto discusse e divisive pronunciate da Roberto Vannacci, fresco di candidatura alle Europee in qualità di capolista della Lega di Matteo Salvini? Quella per cui studenti a scuola vanno divisi per le loro capacità, poi altri concetti espressi dal militare candidato alle europee con la Lega su gay e stranieri.
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I partiti d’opposizione hanno ritrovato una fugace unione d’intenti nel criticare le – a parer loro -scellerate e pericolose dichiarazioni discriminatorie di Vannacci. L’editorialista del Corriere della Sera e conduttore del programma Massimo Gramellini non ha digerito le “perle di saggezza ancora una volta dispensate dal generalissimo Vannacci durante l’intervista a La Stampa”. Il sarcasmo sul suo volto è tutto un programma. Poi rivolge una provocazione direttamente alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, dato che la Lega recita una parte importante nella sua maggioranza di governo.
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“Vorrei che Meloni, visto che sul tema dell’antifascismo ha sempre rifiutato di schierarsi, almeno ci facesse capire se è con o contro il vannaccismo”, concetto coniato dallo stesso Gramellini a indicare l’assoluta indisposizione nei confronti dei valori professati dal generale Vannacci. Che però ha un pregio che non può non essergli riconosciuto: non nasconde mai quello che pensa.