25 aprile, il grido di allarme di Fadlun (Comunità ebraica): “Antisemitismo mai finito”
Neanche per il 25 aprile si placa l’odio contro gli ebrei. Una nuova denuncia sull’aria irrespirabile che vivono da mesi arriva dal Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Victor Fadlun, che si è espresso sulle tensioni in piazza nel giorno della Festa della Liberazione: “Ancora oggi i componenti della nostra comunità, molti giovani, che manifestavano per celebrare il 25 Aprile sono stati accolti con lancio di oggetti e bombe carta. Nessuna reazione c’è stata contro i giornalisti, come qualcuno ha detto. Invito tutti alla calma, seguendo i nostri valori morali che sono quelli della democrazia, soprattutto oggi, e ad avere fiducia nelle istituzioni e nella professionalità delle forze dell’ordine”.
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Fadlun poi ripercorre a ritroso l’ultimo periodo, in cui gli ebrei sono stati messi sotto tiro: “Sono mesi che la nostra comunità è sottoposta a provocazioni continue se non a veri e propri atti di violenza, che oltretutto riguardano le comunità ebraiche in tutto il mondo. Stelle di David sulle case, post sui social con coltelli definiti antisionisti, attacchi alla nostra identità ebraica perfino in televisione, l’oltraggio alle pietre d’inciampo, veniamo additati come colpevoli di tutto quello che succede, con un ritorno a toni e accenti che ricordano un antisemitismo che evidentemente non è mai finito. Viviamo sotto protezione, cercando di continuare a fare una vita normale. E anche oggi abbiamo dovuto manifestare ‘sotto scorta’, solo per ricordare l’eccezionale tributo di testimonianza e militanza contro il nazifascismo che diedero gli ebrei ottant’anni fa”.
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“Abbiamo ancora nelle nostre famiglie le ferite della deportazione nei campi e della persecuzione che non risparmiò neppure i bambini. E poi - conclude Fadlun - c’è stato il 7 ottobre, e molti nostri parenti e amici si trovano in Israele”.