Dimartedì

Dimartedì, Storace inchioda Di Cesare: "Non ho dimenticato il post, ho i brividi"

Il post pubblicato dalla docente universitaria Donatella Di Cesare all'indomani della morte dell'ex Br Barbara Balzerani ha scatenato un vero e proprio caos. Decine di reazioni e una valanga di sgomento hanno travolto il profilo della professoressa di Filosofia teoretica dell'Università La Sapienza di Roma. "La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malincuore un addio alla compagna Luna", aveva scritto per salutare l'ex primula rossa mai pentita. Ma non è tutto. Nel corso della puntata del 18 aprile di Dimartedì, Di Cesare ha definito il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida “neohitleriano”. Parole, queste, che le sono costate una querela per diffamazione. Di questo si è dibattuto a Dimartedì, il programma di politica e di attualità condotto da Giovanni Floris. 

 

 

Dopo aver ascoltato la versione della docente universitaria, Francesco Storace è intervenuto. "Non vorrei guastare il clima, ma mi fa venire i brividi": questa la frase d'esordio. "Non ho dimenticato quello che ha scritto. Lei contesta a un cittadino che ha un incarico istituzionale di querelare non chi lo critica ma chi lo offende, perché di questo stiamo parlando, e lei invece ha offeso tutti noi con quel tweet sulla Balzerani", ha detto riferendosi tanto al termine usato nei confronti del ministro Lollobrigida quanto al messaggio nostalgico pensato per Balzerani. "Io non l'ho dimenticata. Non ho ancora capito se la professoressa se ne sia pentita. Si è pentita o lo rivendica questo messaggio?", ha chiesto. 

 

 

"Io ho sempre condannato la violenza delle brigate rosse, che hanno fermato un processo democratico. Penso che sia stato un errore madornale. Contemporaneamente c'era l'Italia in piazza che lottava per la democrazia con ombre nere mai dissipate", ha replicato lei, smarcandosi dalla domanda. "Rivendica quel tweet o no?", l'ha incalzata il giornalista. "Riprendo una frase che ha detto Luciano Canfora. Una frase di Eraclito: non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume", ha concluso Di Cesare.