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Omnibus, “l'Iran non è una minaccia per Israele”. Politi demolisce Teheran: governo fragile

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Quali sono gli effetti reali dell’attacco dell’Iran contro Israele? Il nuovo momento cruciale della guerra in Medio Oriente viene analizzato da Alessandro Politi, direttore della Nato Defense College Foundation (l'unico centro di ricerca non governativo affiliato direttamente all’Alleanza atlantica), ospite della puntata del 14 aprile di Omnibus, su La7: “Questo attacco è stato largamente dimostrativo e vuole dimostrare che Israele non è intoccabile. Chiaro è una cosa dimostrativa, un attacco del genere e il rateo di intercettazioni raggiunto fa vedere, almeno per quello che riguarda questo attacco, l’Iran non è una minaccia vitale per Israele. Non ci sono state praticamente perdite, tranne una giovane ragazza ferita”.

 

 

“C'è - prosegue ancora l’esperto - la capacità di intercettare dei droni, che sono molto lenti, e questo è stato però fatto non solo da Israele, ma con l'aiuto di alcuni alleati importanti. E poi c'è la capacità di Israele di intercettare dei missili balistici, non c’è solo la famosa cupoletta di ferro, cappello di ferro, mi ci sono i missili Hetz, i missili freccia che sono fatti proprio per missili balistici di più lunga portata. In realtà ci sono tre stati difensivi che proteggono Israele. È chiaro che c'è una acuimento delle tensioni ed è chiaro anche che la risposta all'attacco al consolato a Damasco è una risposta in realtà che rivela la fragilità del governo iraniano all'interno della suo opinione pubblica. Perché uno può discutere lungamente quanto sia extra-territoriale e perché colpire una sede diplomatica, non entrerò adesso in dettagli come dire di giure internazionale, però è chiaro che il governo iraniano sente che una parte del consenso popolare non c'è e quindi una risposta energica a questo tipo di attacco, che peraltro regolarmente viola i cieli siriani, che dovrebbero essere sovrani, era più necessaria che tutto il resto”.

 

 

Politi va avanti nel suo ragionamento sui motivi dell’assalto con missili e droni: “Più necessaria del sostegno alla causa palestinese, più necessaria di questo accordo che vedremo quanto dura con l'Arabia Saudita, più necessaria di una serie di azioni per tirarsi gradualmente fuori dalle sanzioni. Quindi è qualche cosa che sembra più dettata da questioni di consenso interno che non veramente di risposta a questo consolato. Tant’è vero che l’Iran annuncia che almeno da parte sua la questione è chiusa”.

 

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