Paolo Borsellino ucciso il giorno prima della verità sulla strage di Capaci: la rivelazione del pm Natoli
"Francesco Paolo Giordano, il procuratore aggiunto di Caltanissetta, aveva programmato di sentire Paolo Borsellino a Caltanissetta o per il lunedì 20 o per il martedì 21. Era programmato nell'immediatezza un esame di Paolo Borsellino, al quale sarebbe stato chiesto tutto quello che lui riteneva di poter dire per individuare le cause della strage di Capaci". È l'incredibile rivelazione fatta dal pm Gioacchino Natoli, il magistrato della squadra di Giovanni Falcone, dal palco del Festival internazionale dell'Antimafia, che si svolge a Milano. Il pm ricorda quei giorni terribili che sconvolsero l'Italia in quel tragico 1992. Prima la strage in cui morirono l'eroe antimafia Falcone con la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta, saltati in aria a Capaci con un ordigno da 400 chili di tritolo, azionato dal pentito Giovanni Brusca. E poi, il 19 luglio, la stessa sorte colpì Paolo Borsellino, ucciso da un'autobomba piazzata sotto casa della madre in via D'Amelio, a Palermo. E dalla scena del crimine, il mistero, che va avanti da decenni, della sparizione dell'agenda rossa, dove il giudice scriveva appunti e appuntamenti. Uno di questi, sembrerebbe, sarebbe dovuto avvenire il giorno successivo, o quello dopo ancora, della sua morte, davanti al nuovo procuratore capo di Caltanissetta Giovanni Tinebra.
Il dettaglio è contenuto nel video, pubblicato sulla pagina Facebook di Riccardo Sindoca, ai vertici del pool di criminologi e tecnici che riesaminando vecchi omicidi di mafia, dell'intervento del pm Natoli, alla kermesse dell'Antimafia. Il ricordo del magistrato risale al periodo in cui il Csm aveva disposto audizioni a carico di tutti i componenti della Procura, dieci giorni dopo la strage di via D'Amelio. "Nel pomeriggio ho una riunione di coordinamento con Tinebra, che si era appena insediato a Caltanissetta il mercoledì precedente, il 15 di luglio", racconta Natoli. "Paolo Borsellino in quel periodo, e anche in quei giorni, si stava occupando di capire e di cercare di scoprire quali potessero essere state le cause recenti e acceleratorie della strage di Capaci, in cui era stato ucciso il suo carissimo amico Giovanni. E questo", precisa, "perché chiaramente da Palermo non poteva fare indagini relativamente alla stage", in quanto "erano di competenza della Procura di Caltanissetta, ma egli riteneva di svolgere in via privata degli approfondimenti che avrebbe poi processualizzato, cioè versato nelle indagini di Caltanissetta, puntando a rendere dichiarazioni quando i colleghi di Caltanissetta lo avessero chiamato".
Natoli ricorda che "Tinebra si era insediato appunto giorno 15. Da quello che poi ho letto gli anni successivi, non lo avevo saputo evidentemente prima del 19 di luglio, Paolo, credo che questo lo dica poi Francesco Paolo Giordano, il procuratore aggiunto di Caltanissetta, aveva programmato di sentirlo a Caltanissetta o per il lunedì 20 o per il martedì 21. Era programmato nell'immediatezza un esame di Paolo Borsellino, al quale sarebbe stato chiesto tutto quello che lui riteneva di poter dire per individuare le cause della strage di Capaci". Invece il 19 luglio è stato ucciso. E, alla luce di queste parole, il mistero dell'agenda rossa s'infittisce ancor più.
Rita Cavallaro