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Quarta Repubblica, “mi è costata la carriera politica”. L'ex Pd e la denuncia clamorosa

Gabriele Imperiale
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L’ex parlamentare dem, Stefano Esposito, racconta la fine della sua carriera politica e il PD in Piemonte. Lo fa a Quarta Repubblica, ospite di Nicola Porro su Rete 4, ed è durissimo. Intervistato dal conduttore, l’ex deputato ricorda: “Andai dai Ros su indicazione dell’allora procuratore della Repubblica Giancarlo Caselli – dice citando la sua segnalazione agli ordini competenti sui fondi poco cristallini della Sitaf in Piemonte –  da quel giorno non ho più saputo nulla di quella denuncia, ho scoperto dalle carte di questa indagine che quella mia denuncia sarebbe un pezzo”. Poi un sospetto sulla fine della sua carriera da parlamentare: “Ho la percezione che questa mia denuncia e aver messo le mani su un terreno molto delicato mi sia costata la carriera politica”. 

 

 

Esposito torna all’attualità: “Io ho denunciato una questione che oggi emergerebbe come una questione più larga, cioè infiltrazioni della ‘ndrangheta – racconta –. La Sitaf è sempre stato un luogo, lo strumento per un pezzo del Partito Democratico che arriva dai DS e che il Partito Democratico ha utilizzato in una logica clientelare”. Porro lo incalza sulle intercettazioni che hanno dato il via al caso Piemonte: “Per questo genere di comportamento lei salta sulla sedia e dice ‘Non è possibile una cosa del genere?’”. Esposito ha la risposta pronta: “Chi salta sulla sedia è un'ipocrita, lo posso dire? – risponde a muso duro –. È dal 2001, cioè dal giorno in cui abbiamo dato vita ai democratici di sinistra, che Salvatore Gallo l'ho combattuto politicamente. Avevamo due idee diverse di partito: la logica delle tessere, mi siedo intorno a un tavolo e decido, e la logica aperta dello scontro politico e di un partito dove si discute”. 

 

 

Ex parlamentare dem che non manca di sottolineare il suo disappunto per le contromisure pensate dal suo partito: “Sono un garantista e trovo indecente che il Partito Democratico, esce un'indagine, e vuole espellere con i garanti Salvatore Gallo, senza dargli neanche la possibilità di fare una memoria”. Porro però lo interrompe: “Ma ha appena detto che era un suo un avversario politico”. Esposito però tiene il punto: “Ma la politica è la politica, non c'entra niente con la magistratura. Gli vogliamo dare la possibilità a Salvatore Gallo di presentare almeno la sua memoria, ascoltare la sua versione?”. L’ex deputato è un fiume in piena e il PD ne fa le spese: “Il Partito Democratico piemontese, due sabati fa ha riunito 300 persone della direzione. Le ha fatte stare tre ore in una sala mentre in una stanza in 5, tra cui Salvatore Gallo, decidevano chi era il presidente del Partito Democratico per le elezioni regionali e decidevano il capolista, cioè Raffaele Gallo – racconta polemicamente – e mi vengono a dire oggi è Salvatore Gallo il problema? Questa cultura non garantista, non salverà il PD”.

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