opere pubbliche

Prima di domani. Claudio Borghi: "Il Ponte sullo Stretto è necessario"

Luca De Lellis

È questione di opportunità economico-finanziaria per un Paese - specie nel Meridione - che di priorità non se ne fa mancare di certo. È motivo di sdegno e preoccupazione per le famiglie messinesi e calabresi costrette all’esproprio della propria abitazione. È argomento di dibattito acceso in merito alla prospettiva di sostenibilità ambientale di un progetto tanto invasivo. Ma la battaglia di Matteo Salvini e della Lega affinché venga realizzato l’ormai celebre Ponte sullo Stretto non si placa. Durante la trasmissione Prima di Domani, il senatore del Carroccio Claudio Borghi ha criticato l’approccio di chi, come Vittorio Feltri, pensa che l’abnorme cifra destinata al progetto sarebbe più utile se applicata ad altre aree di maggior urgenza qual è, a titolo esemplificativo, la sanità. «Bisogna fuoriuscire da questo mondo del “tolgo un pezzo di lì per dare di qua”».

 

 

 

 

Smettere la mentalità provinciale per indossare quella più moderna e futuristica, questo il significato delle parole dell’ospite della conduttrice Bianca Berlinguer: «Questa è un’infrastruttura che porterà sviluppo, perché alla fine se si fosse guardato alla spesa del contingente non si sarebbe realizzata nemmeno l’Alta Velocità Milano-Roma nel 2001». Quanto alle differenti priorità, Borghi non si trova d’accordo: «Se ci spaventiamo ogni volta di quanto costa una cosa che poi va a scapito degli orfani, dei poverini e degli assetati, non si fa più niente». Qual è la ragione per cui la Lega e il suo leader Salvini spingono tanto verso la creazione del Ponte? «È assurdo che un’isola come la Sicilia che ha 5 milioni di abitanti ed è a 2 chilometri di distanza dal continente, non venga collegata al resto».

Addirittura l’orizzonte di Borghi vede nel Ponte sullo Stretto «un’opera necessaria», anche se, ammette, «mi dispiace per le famiglie espropriate perché deve essere una cosa che nemmeno immagino la disperazione di dover abbandonare casa». È però altrettanto vero, sostiene il senatore leghista, «che l’art. 42 della Costituzione prevede che per opere di utilità nazionale è possibile espropriare la proprietà privata». Per le famiglie a rischio sono stati creati infopoint ad hoc, affinché possa essere garantita assistenza tecnica. Ma al momento continuano le proteste di chi, legittimamente, non vuole abbandonare la propria casa acquistata grazie al sudore della propria fronte. «Per queste persone – conclude Borghi – faremo in modo che siano compensati più che abbondantemente».