cattivi maestri

Capezzone si scaglia contro l’indottrinamento di sinistra: “Avete stufato”

“È il momento di dire ai professori indottrinatori seriali, ai vecchi e nuovi cattivi maestri (aspiranti e wannabe), che hanno stancato, che hanno tirato troppo la corda, che hanno esacerbato il clima, che esiste un’Italia maggioritaria e silenziata che è semplicemente stufa di questi eccessi, peraltro lontanissimi dal vibrante e aperto dibattito culturale di cui il nostro paese avrebbe massimamente bisogno”. È questo l’inizio dell’articolo a firma Daniele Capezzone apparso sull’edizione del 30 marzo di Libero. Il direttore editoriale del quotidiano si scaglia contro la politicizzazione della scuola da parte della sinistra: “Da troppo tempo, a furia di dar voce a capetti studenteschi (di sinistra) e a professorini politicamente corretti (di sinistra pure loro), l’interminabile e ossessiva carrellata mediatica in corso sta clamorosamente ignorando tre soggetti assai significativi. Primo, il grosso degli studenti italiani che da decenni devono fare i conti con un indottrinamento di sinistra a senso unico. Dai libri di testo ai ‘professori e professoresse democratiche’ (non a caso oggetto di periodica esaltazione da parte dai quotidiani progressisti), le nostre ragazze e i nostri ragazzi sono sottoposti da oltre mezzo secolo a una sollecitazione politica costante, massiccia e unidirezionale”.

 

 

“La seconda categoria dimenticata - prosegue Capezzone - è quella dei genitori che assistono ogni giorno a questo processo di indottrinamento. C’è un gran numero di genitori che hanno affidato con fiducia i loro ragazzi alla scuola, e soffrono maledettamente nello scoprire quanto siano pervasive e sistematiche le sollecitazioni politiche faziose a cui i loro figli sono sottoposti. La terza categoria è quella della maggioranza degli italiani, tutti quelli che non votano a sinistra. E che semmai si ritrovano nella sgradevolissima condizione di essere trattati nei giorni pari come finanziatori di un apparato educativo partigiano, e nei giorni dispari come soggetti da rieducare, di volta in volta bollati come razzisti-populisti-fascisti. Cosa è richiesto dall’intellettualità progressista a questa abbondante mezza Italia? Di pagare per finanziare il carrozzone, e poi di vergognarsi”.

 

 

Poi l’affondo finale: “È infatti in corso qualcosa che i media tradizionali non percepiscono come insidia, ma che mezza Italia avverte come una provocazione ai limiti della tollerabilità. Che intendo dire? Mi pare che siamo al centro di un esperimento di particolare aggressività. Come si fa a non vedere questo attacco concentrico contro la maggioranza degli italiani, ‘colpevoli’ di pensare ciò che pensano e di essere ciò che sono? Siamo in presenza - chiosa Capezzone - di quello che si potrebbe definire un’aggressione simultanea e da tutti i lati”.

 

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