Sottovoce

Cerno a Sottovoce: con Il Tempo "la politica, il potere e Roma nella civiltà dell'istante"

"Lei è il neodirettore de Il Tempo. È più un traguardo o una partenza?": con un interrogativo secco Gigi Marzullo ha rotto il ghiaccio e ha dato avvio all'ultima puntata di Sottovoce, il programma di interviste che toglie volentieri il sonno ai telespettatori. Protagonista dell'appuntamento Tommaso Cerno. Dalla scoperta della passione per il giornalismo da giovanissimo alla nuova sfida appena accettata, il direttore del quotidiano romano ha ripercorso le tappe importanti della sua vita professionale e personale. "È sicuramente una partenza. C'è una nuova Italia da raccontare e un nuovo mondo da raccontare. Sta cambiando tutto. È una partenza verso il nuovo viaggio del giornalismo", ha assicurato. Il conduttore, che è cintura nera delle domande insidiose, ha sferrato allora un colpo dei suoi: "Ma direttori si nasce o si diventa?", ha domandato. Cerno ha risposto con nettezza di parole: "Direttori si diventa, però quando ti senti addosso la responsabilità di raccontare agli altri quello che tu pensi stia avvenendo, cambi. Una volta che lo sei diventato, guardi anche il giornalismo che hai fatto in un altro modo. Ogni giorno, passata la notte, quando il giornale si stampa, ci facciamo sempre le stesse domande. Quando smettiamo di farcele, forse dobbiamo cambiare lavoro". 

 

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Dal mese di marzo Tommaso Cerno è il nuovo direttore de Il Tempo. Marzullo ha attirato l'attenzione dei telespettatori sulle modifiche già apportate alla prima pagina del quotidiano, che ha definito "più movimentata" e più aperta alla fotografia. "È Roma che ci chiede di riavere un grande ruolo nel dibattito italiano. Questa Capitale, che è stata anche oltraggiata dalla narrazione degli ultimi anni. E invece è una storia mondiale di cultura, che oggi ha bisogno di parlare con la propria voce. Sottovoce e a voce alta. Il Tempo è il suo quotidiano storico. Sto cercando mi mostrare come Roma voglia farsi sentire in questo Paese": così Tommaso Cerno ha tracciato la linea e definito i contorni del nuovo progetto giornalistico. Quando Marzullo ha chiesto al direttore dello storico quotidiano quali novità bisogna aspettarsi, il giornalista ha anticipato: "Io credo che Il Tempo, per il luogo dove sorge, l'unicità dello stare a piazza Colonna e a pochi metri dai due palazzi simbolo del potere italiano, abbia il dovere di raccontare agli italiani tutto quello che sorge davanti. Il luogo dove sorge e il nome che porta, Il Tempo, la cosa più mutata, ci impone di fare un giornale che racconta la politica, il potere e Roma nella civiltà dell'istante".