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La zona di interesse, Gramellini bastona Ferilli: “Pregiudizi sugli ebrei prevedibili”

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“Se dovesse vincere La zona di interesse, so perché vincerebbe, non certo perché è un film migliore di Io capitano”. La frase pubblicata da Sabrina Ferilli su Instagram prima della premiazione degli Oscar ha scatenato il putiferio e ha portato anche Massimo Gramellini ad occuparsi della questione sul Corriere della Sera: “Pazienza per Massimo Ceccherini, ma ci si è messa pure Ferilli, una che sembrava allergica ai luoghi comuni. Allora ce lo dica, signora Ferilli, visto che lo sa. Tiro a indovinare, perché parla della Shoah e a Hollywood la lobby ebraica la fa da padrona; basta che uno ambienti il suo film nei dintorni di Auschwitz e le statuette gliele tirano dietro, mentre un racconto sui migranti come quello di Garrone non gode di protezioni in alto loco. Le ho letto nel pensiero? Spero di no, ma i pregiudizi sono così prevedibili”.

 

 

Poi una nuova bordata: “Vedere un film prima di giudicarlo in certi casi aiuta. Si scoprirebbe che La zona di interesse non è un film sugli ebrei, come sostiene l’arguto Ceccherini, ma su una famiglia che vive a ridosso di un lager senza curarsene. Racconta la miopia del nostro sguardo, la meschineria di chi non alza mai la testa dalle proprie rassicuranti certezze. Insomma, più che un film ‘sugli ebrei’, è un film su chi pensa che La zona di interesse abbia vinto perché parla di ebrei”.

 

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