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Papa Francesco e il Santo Avatar. Così cambia le regole: dal successore alle dimissioni

Luigi Bisignani
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Caro direttore, mister della fede e del diritto per quella che potrà essere la più rivoluzionaria riforma dell'era Bergoglio. Nel silenzio assordante del Papa sul diritto all’aborto nella Costituzione francese ci si adopera sulle nuove norme che possono rompere il «muro» che vuole solo il Papa a decidere del suo futuro. Ma prima delle questioni di diritto, entriamo per un attimo nel refettorio di Santa Marta, dove alloggia Papa Francesco sin dall’inizio del suo pontificato: il residence per i prelati è stato preferito alla solitudine dell’appartamento riservato ai successori di Pietro nella Loggia delle Benedizioni. Qualche settimana fa, prima della brutta bronchite che lo sta perseguitando, Francesco, a tavola con alcuni amici arrivati da Buenos Aires e Cordova, ha raccontato questa barzelletta: «Che cosa perdono un teologo, un filosofo e un giurista? Il teologo perde la fede, il filosofo perde la ragione, un giurista perde tempo», e giù una grande risata mentre gusta il «dulce de leche», il tradizionale dessert argentino. L’aneddoto si pone in netta contraddizione con il Bergoglio-style che vede invece il Papa spendere molte energie su testi legislativi e provvedimenti. Peraltro, è proprio il diritto uno dei campi in cui vengono coltivate Oltretevere le critiche più accese contro il Pontefice. La sua copiosa produzione legislativa (una caterva di motu proprio superiore a quelli complessivamente emanati in 50 anni dai suoi predecessori) spesso finisce per essere contraddittoria e creare confusione soprattutto, in relazione alle disposizioni che riguardano lo Stato della Città del Vaticano. E in mezzo a questo proliferare normativo, sembra che Francesco stia pure preparando, per i cardinali che dovranno eleggere il suo successore, quello che si potrebbe definire uno scherzo da prete.

 

 

In questi giorni, il Dicastero per i Testi Legislativi retto dall’arcivescovo napoletano di 66 anni Filippo Iannone, deputato alla redazione e interpretazioni delle leggi e in precedenza mai consultato da quando Francesco è Papa, ha infatti ricevuto, a sorpresa, il mandato di coinvolgere i canonisti delle migliori università europee per preparare una legge-quadro da presentare ai cardinali che, durante la sede vacante, si riuniranno a Roma per «governare» la Chiesa. La nuova legge stabilirebbe addirittura «l’avatar» del futuro capo della Chiesa e sovrano dello Stato Vaticano. La predisposizione del testo legislativo dovrebbe prevedere, in particolare, quale prassi adottare nel caso in cui un Papa non riesca ad un certo punto a ricoprire la carica per motivi di età o malattia. In altre parole, disciplinerebbe chi e come può chiedere - e magari imporre - a un Papa regnante di lasciare vacante il soglio di Pietro, ritirandosi a vita privata per curare malanni e acciacchi vari. Un tiro mancino veramente da gesuita: quasi come se Papa Francesco, che in più di un’occasione ha affermato di non avere nessuna intenzione di dimettersi, con il suo «non sono né un pensiero né un desiderio» volesse rimandare la palla nel campo di quelli che l’hanno eletto: una sorta di martirio spirituale, fedele al motto «perinde ac cadaver» come un cadavere - che i gesuiti attribuiscono ad un’obbedienza osservata. Tuttavia, questa obbedienza riguarderà i suoi successori e non lui.

 

 

Ma il pontificato di Bergoglio verrà anche ricordato per alcune decisioni autocratiche e apparentemente vendicative che hanno riguardato la diocesi di Roma. Le sue vittime più recenti sono monsignor Riccardo Lamba che, dalla Diocesi di Roma è stato spedito a Udine, a 600 km dal Vaticano, e monsignor Giuseppe Angelo Maria Tonello, allontanato dal Vicariato, pare, per essersi reso colpevole di «lesa maestà». Il suo posto di cancelliere è stato occupato, come sempre più spesso accade, da una donna, Maria Teresa Romano, laica, naturalmente. Come Cristiana Odoardi, sistemata, a maggio scorso, alla direzione dell’Ufficio amministrativo con la funzione anche di responsabile delle risorse umane. Ma se la Odoardi è ancora signorina e proviene da ALD, un’azienda automotive, la neo cancelliera è invece separata dal marito e sarebbe, a quanto dicono le malelingue, convivente more uxorio con un nuovo compagno. Il suo curriculum riporta l’esercizio della professione di avvocato rotale e culmina nella posizione di responsabile del Centro di Ascolto del Servizio Tutela Minori e Persone Vulnerabili della Diocesi di Roma. La Curia e l’intero clero capitolino sono allibiti, oltre che frustrati, ci si domanda perché mai Bergoglio, con tutte queste nomine laiche in posti di rilievo, continui a «umiliare» i chierici: possibile che non ci fosse nessun prelato di suo gradimento per questi ruoli così delicati? Le vie del Signore sono veramente infinite. Lunga vita al Papa e, il più tardi possibile, anche al suo successore, e che sia in piena salute.

 

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