Dossieraggio, Giannini da Fazio attacca la destra: "La solita spectre..."
Il bubbone del dossieraggio è esploso con la procura di Perugia che indaga sugli oltre 30mila accessi abusivi alle banche dati dello Stato da parte del finanziere distaccato all'Antimafia Pasquale Striano. Gli "attenzionati", come noto, sono centinaia tra politici - soprattutto di centrodestra - e personaggi di vari settori, e le ricerche secondo quanto affermato dal procuratore Raffaele Cantone sono andate avanti anche dopo l'allontanamento del finanziere. I punti oscuri sono tantissimi: da quale fine hanno fatto le informazioni sensibili - solo una minima parte è finita su alcuni giornali - ma soprattutto chi c'è dietro a questa attività. Tuttavia secondo Massimo Giannini, editorialista di Repubblica intervenuto a Che tempo che fa domenica 10 marzo, è "prematuro" ipotizzare che ci siano dei mandanti. Insomma, Striano potrebbe aver fatto tutto da solo. Ospite di Fabio Fazio il giornalista ha detto che quanto emerso è "serio, siamo in presenza di 33mila accessi non autorizzati" a dati sensibili che riguardano "politici, ministri, parlamentari, calciatori, attori...". Quanto a parlare di "dossieraggio e attacco alla democrazia sarei cauto", argomenta Giannini.
Gli stessi magistrati Giovanni Melillo, capo della Procura nazionale antimafia e Raffaele Cantone, capo della procura di Perugia, "non hanno saputo dire se c'è un mandante - dice il giornalista - quindi il fatto che la destra continui a invocare il mandante come se ci fosse la solita spectre di sinistra mi pare un po' prematuro e rischioso in questo clima". Di più. Giannini nega la necessità di una commissione parlamentare d'inchiesta: "Dopo i disastri che abbiamo visto con quella sulle banche e poi quella del Covid", argomenta, le commissioni "servono solo a consumare delle vendette politiche. Ecco, in un paese già piuttosto avvelenato di vendette politiche non ne abbiamo bisogno". Poi il botta e risposta d'intesa con Fazio: "Staremo attenti...", "dobbiamo stare attenti".