Capezzone non digerisce le ipocrisie sinistre: "Israeliane come trofei a Gaza"
Era iniziato nel migliore dei modi, con gli auguri per il Giorno della Donna a tutte le ospiti in studio: poi la situazione è degenerata. Tra Daniele Capezzone, la conduttrice Bianca Berlinguer e Concita De Gregorio sono volati gli stracci durante la trasmissione Prima di Domani, in onda su Rete 4 venerdì 8 marzo. Ma riavvolgiamo il nastro, per comprendere meglio come e su quale tema si è sviluppato il diverbio tra il maschio “fascista” – come si è autodefinito ironicamente il direttore editoriale di Libero – e le due donne etichettate come “progressiste”. L’incendio verbale è divampato quando Capezzone ha redarguito le donne che, durante una delle odierne manifestazioni contro il patriarcato, “hanno sfilato inneggiando alla Palestina”. Un controsenso, secondo l’ospite, perché “il patriarcato è radicato proprio là”. In quel momento Berlinguer si è sentita di interromperlo, mettendo i puntini sulle famose “i”: "Io anche penso che ci sia il patriarcato in Italia, seppur non paragonabile a quello che c’è in Palestina".
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Capezzone è di differente avviso. Anzi, intravede un’ipocrisia di fondo nella mancanza di eguaglianza nella vicinanza espressa nei confronti delle donne palestinesi, rispetto invece a quelle ebree: "Ma perché nelle manifestazioni di oggi non ho sentito mezza parola sulle donne israeliane assassinate, stuprate, rapite e violentate, portate come trofei ed esibite a gambe aperte a Gaza". Il direttore è furioso e domanda: "Quelle non sono lo stesso donne?". Poi torna sulle parole dell’intervento precedente della giornalista israeliana di origini palestinesi, Rula Jebreal, e la accusa di aver dato del “criminale” al governo israeliano di Benjamin Netanyahu. Berlinguer prende le parti della giornalista, e i toni si scaldano a orecchio nudo: "Ha ovviamente ricordato anche le violenze del 7 ottobre da parte di Hamas, tu vuoi sempre far credere che ci sia insensibilità nei confronti di quel massacro, mentre qui è stato condannato in tutti i modi". Poi conclude: "Questo non significa però che 30mila palestinesi possano essere uccisi". Capezzone rilancia, e coinvolge anche la giornalista De Gregorio, alla quale imputa di mormorare invece di dire le cose in faccia utilizzando un atteggiamento “scorretto”. "Io non faccio credere nulla – chiosa su di giri il direttore – faccio solo notare che avendo guarda un po’ citato le donne ebree violentate vi siete rivoltate tutte contro di me".