Chiara Ferragni, la strana versione sul "video di scuse"
Ha fatto discutere molto il video che Chiara Ferragni ha girato e postato dopo la multa dell'Antitrust per "pratiche commerciali scorrette" e la resa pubblica del pandoro-gate. E proprio da quel video l'influencer riparte nell'intervista pubblicata oggi sul Corriere della Sera. Dopo tanto rumore e un profluvio di supposizioni, l'imprenditrice digitale ha rotto il silenzio per offrire la sua versione dei fatti. Il 15 dicembre è scoppiato il caso Balocco e, a distanza di più di due mesi, ha ammesso: "Sono rimasta completamente scioccata. Anche perché ho saputo la notizia dalle agenzie, contemporaneamente a tutti gli italiani". Poi l'affermazione che ha acceso la domanda successiva: "Era venerdì, ho passato anche sabato e domenica chiusa in casa, con addosso la stessa tuta, a leggere i tweet su di me e dire: cosa cavolo sta succedendo?".
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La jumpsuit indossata da Ferragni, ribattezzata in rete con l'espressione "la tuta del pentimento", ha catalizzato l'attenzione di molti utenti tanto che è andata presto a ruba. Un prodotto apparentemente semplice ma di lusso, per il quale molte testate giornalistiche hanno anche contattato armocromisti esperti. Ma non solo. L’atteggiamento dimesso, il colore grigio e i capelli raccolti hanno attirato l'associazione con Salma Shawa, l’attivista palestinese che ogni giorno dal suo profilo Instagram tiene informati i follower e tutti quelli che desiderano aggiornamenti sulla situazione a Gaza.
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Sul video di scuse e sulla tuta da 600 euro, l'influencer e moglie di Fedez ha detto: "Ero vestita ancora così quando ho pensato che dovevo fare un video e dimostrare la buona fede mia e delle persone che lavorano con me. Da tre giorni, leggevo cose completamente false, tipo che avevo truffato i consumatori e perfino i bambini malati. Ero scossa e dopo varie prove ho postato il video e facevo del mio meglio per trattenere le lacrime perché non volevo fare la vittima". Da lì l'idea di fare una donazione: "Mi sono detta: la gente si aspetta qualcosa da me. Dovevo scusarmi, perché, se c’erano stati fraintendimenti, vuol dire che qualcosa poteva essere fatto meglio. Ho detto anche che non avrei fatto mai più operazioni che mischiassero pubblicità e beneficenza. Poi ho pensato: faccio un gesto concreto. Le persone credono che mi sia arricchita cercando di imbrogliarle? Bene, il milione di euro ricevuto dalle mie società lo dono al Regina Margherita e farò ricorso al Tar contro una sanzione che ritengo ingiusta e sproporzionata, la pago e, se qualcosa avrò indietro, donerò anche quello".