Omnibus, Fratoianni chiama la guerra diretta alla Russia: “Putin come Hitler? Allora...”
“Se siamo di fronte al nuovo Hitler, bisogna andare in guerra per andarlo a prendere”, Nicola Fratoianni netto ma solo all’apparenza sul presidente russo Vladimir Putin. Ospite di Omnibus su La 7, il segretario di Sinistra Italiana polemizza in studio con il giornalista de Il Corriere della Sera Federico Fubini. La perentoria sentenza sul capo del Cremlino arriva alla fine di un lungo intervento. Fratoianni discute prima sui Brics – Brasile, Russia, Sudafrica, Egitto, Emirati Arabi, Etiopia, Iran, Cina e India – sottolineando che sintetizzano “il mondo che cambia – e che sono – un pezzo di organizzazione delle sfere di influenza del mondo” su cui secondo il politico dobbiamo discutere. Ma per il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Brics a parte c’è qualcosa di più grande che dovremmo capire: “Cosa sta succedendo in un mondo che fa sempre più della guerra uno strumento quasi ordinario di risoluzione dei suoi conflitti, quasi sempre di natura economica-commerciale”.
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E porta, ad esempio, Taiwan e l’alta tensione dell’indo-pacifico: “Molti commentatori quasi naturalmente descrivono come una quasi certa futura guerra tra Stati Uniti e Cina – sottolinea – è un mondo che mi spaventa e che dovrebbe spaventarci tutti”. Infine, il suo giudizio e la seguente polemica con Fubini. Fratoianni fa emergere tutta la sua anima pacifista: “La strategia delle armi come unica strategia non funziona e non auspico il disinteresse, il girarsi dall'altra parte – si augura piuttosto - un'iniziativa politica che non c'è sul piano diplomatico e questa assenza mi pare condanni sempre più i civili, che sono sempre le prime vittime”. Poi l’attacco a Fubini: “Se la tesi di Fubini è quella giusta e cioè che noi siamo di fronte al nuovo Hitler – ammonisce Fratoianni – bisogna che chi lo pensa e magari ha la possibilità di fare opinione, scriva nero su bianco che la proposta è quella di andare in guerra - prima che sia tardi - per andarlo a prendere”. Guerra totale a Putin, dunque, ma solo per chi come Fubini ritiene Putin sia il nuovo Hitler. Non come il segretario di Sinistra Italiana che però “non ha nessuna indulgenza, né amicizia” nei confronti del regime di Mosca.
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Che Fratoianni causa la risposta stizzita del giornalista: “Questa è una maniera di distorcere quello che viene detto, ultra-semplificare, e che mi spiace non è del tutto corretta”. Alessandra Sardoni, conduttrice del programma, prova a tranquillizzare gli animi e, dopo aver chiesto velocità d’intervento, cede di nuovo la parola a Fubini. “Il punto vero è che il programma di Putin non è riprendersi l'Ucraina, è cancellare la ferita della perdita dell'impero che lui vede come impero zarista, ancora prima che sovietico – spiega –. Dunque, questo è un programma molto più destabilizzante, più di quanto già non sia riprendere l'Ucraina”. E infine la sua conclusione che sembra zittire Fratoianni: “Non ci sono ricette facili di fronte a una potenza nucleare ovviamente – sottolinea – ed è altrettanto chiaro che bisognerà arrivare a un punto politico. Il punto è che adesso non c'è un'offerta di pace, non c'è la capacità di dare all'ucraina garanzie di sicurezza di cui hanno bisogno, questo è quello che volevo dire”.