scienza vs fede
L'aria che tira, scintille Crepet-Brosio: "Sono uno psichiatra, sa di cosa soffre?"
Due mondi opposti, la scienza e la fede. Una contrapposizione che prende la forma di un incandescente botta e risposta tra lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet e il giornalista Paolo Brosio, ormai da anni fervente cattolico. Si parla della strage familiare di Palermo, dove il 54enne Giovanni Barreca ha ucciso sua moglie e i figli di 15 e 5 anni, in un delirio di estremismo religioso dai contorni ancora poco chiari. Dall'indagine quello che trapela è che l'uomo, legato a un gruppo di preghiera, stava compiendo un "esorcismo" nella casa che riteneva popolata da demoni. Crepet, da medico e psichiatra, sottolinea come in Italia ci siano milioni di persone che si affidano a santoni, sette ultra-religiose, ma anche a cartomenti e maghi, spesso "con la complicità di insospettabili". Poi fa una richiesta direttamente a Papa Francesco.
"Io non capisco perché ancora dobbiamo sopportare la presenza di gente che ufficialmente fa l'esorcista - è l'attacco dello psichiatra - neanche nel Medioevo, mi pare che il Papa che ha tanto coraggio dovrebbe fare in questo caso un atto di razionalità". Va sottolineato che l'esorcismo per la Chiesa non è una superstizione, ma un intervento riconosciuto e affidato a prelati che si sono formati in questo senso. La discussione si accende ulteriormente quando la parola passa a Brosio che batte per l'appunto su questo tasto, ossia che la fede ha i suoi dogmi. Detto questo, "quando sono malato vado dal dottore", afferma il giornalista che condanna ogni ricorso a santoni e guaritori.
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Crepet tuttavia attribuisce a Brosio una certa tolleranza nei confronti di teorie antiscientifiche: "Vorrei sapere se un bambino ha un tumore crediamo nella scienza medica o nella potenza salvifica?", afferma lo psichiatra. "Vuoi cambiare le mie parole, la prima cosa che ho detto è che quando sono malato vado dal medico, poi va detto che la scienza ha dei limiti", ribadisce il giornalista. Crepet mostra segni di insofferenza, e quando Brosio lo interrompe sentenzia: "Allora faccio il mio mestiere, che è lo psichiatra: lei soffre di incontinenza verbale".