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Vittorio Feltri: "Reclutato dal Pd e poi...", a valanga su libro di Gino Cecchettin

Gabriele Imperiale
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Gino Cecchettin pubblica un libro e la notizia stupisce, e non poco, Vittorio Feltri. Nella sua "Stanza" su Il Giornale il direttore editoriale risponde a un lettore in merito alla vicenda. L’uscita dell’edito di Cecchettin a un centinaio di giorni dall’uccisione della figlia, Giulia, suscita in Feltri meraviglia.  “Questo libro deve essere stato pensato, meditato, poi scritto, proposto, letto, revisionato, editato – scrive il direttore che sottolinea come queste siano operazioni lunghe, complesse, ma non stavolta – come se si intendesse astutamente cavalcare l’eco mediatica che tale fatto di cronaca ha prodotto”. Feltri è d’accordo con il suo lettore e le sue impressioni sulla famiglia Cecchettin “sfruttata dalla prima ora – ma anche, aggiunge – bravissima a fare in modo che la propria sofferenza venga sfruttata”. 

 

Dice la sua con la schiettezza di sempre: “È un libro di memorie? È una biografia? O è un trattato di sociologia mediante il quale Gino Cecchettin, elettricista – si chiede il condirettore – pretende di spiegarci in qualità di esperto (ma non si sa di cosa, forse di cavi e fili) il patriarcato, la cultura della sottomissione della donna che, a suo giudizio, vige in Italia, le nostre colpe, i nostri vizi, i nostri peccati?”.

Quelle di Cecchettin non sono altro che “lezioncine sul patriarcato – specifica Feltri – impartite dalla sinistra e dai personaggi che la sinistra utilizza per fare propaganda politica”. Non è una polemica fine a sé stessa quella del direttore che non nega che in Italia esistano forme di patriarcato: “le riconosco nel patriarcato islamico che abbiamo importato dall’Africa e dall’Asia. Però – spiega – se osi esternare una osservazione di questo tipo vieni bollato quale fascista”. 

 

Ma c’è di più. Per il giornalista riportare la nazionalità dell’assassino o dello stupratore sul giornale è visto come un sintomo di razzismo; ben altra cosa rispetto a quando “vieni lodato, invitato in tv da Fabio Fazio, elevato a guru, reclutato dal Pd e osannato se affermi che i maschi italiani sono criminali”. Infine un pungente ammonimento: “Gli idioti, caro Stefano, costituiscono un pericolo – conclude Feltri – In particolare quando c’è gente disposta ad applaudirli ad ogni ca***ta (asterischi nostri... ndr) che sparano”.

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