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Chiara Ferragni e il "ritorno d'immagine": i dubbi di Caprarica sulla beneficenza

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Sono 5 ora le inchieste aperte dai magistrati sui rapporti fra aziende e brand e l'imprenditrice digitale Chiara Ferragni: oltre al 'pandoro gate' e il caso uova di Pasqua, i fari dei pm milanesi sono puntati sulla campagna in edizione limitata della bambola 'Chiara Ferragni by Trudi' venduta sul sito The Blond Salad. L'intero ricavato avrebbe dovuto finanziare l'associazione impegnata nella lotta contro il bullismo e il cyberbullismo 'Stomp out Bullying'. La Procura di Cuneo ha invece aperto due fascicoli, senza indagati e ipotesi di reato, sulla campagna promossa con Oreo durante la pandemia Covid e sulle donazioni all'associazione Soleterre per il reparto pediatrico dell'ospedale San Matteo di Pavia. Di questo si è dibattuto nel corso dell'ultima puntata di Pomeriggio Cinque, il programma di attualità condotto da Myrta Merlino. A prendere la parola, tra gli altri, è stato Antonio Caprarica.

 

 

"Quando è uscita la notizia del pandoro, io sono stato rigorosamente garantista. Ho apprezzato anche il gesto di riparazione, il milione donato per riparare", ha premesso il giornalista in diretta tv. Tuttavia, l'ospite di Merlino ha voluto sottolineare che ciò che effettivamente va chiarito è se alla base di queste operazioni di beneficenza ci fosse un disegno, un progetto. "Però, effettivamente, qui viene fuori un interrogativo gigantesco: era un sistema, era un metodo? Che era quello che avete detto voi in studio: guadagnarsi simpatie e avere un ritorno d'immagine che in questo circolo virtuoso per loro, vizioso per la beneficenza, significava poi aumentare il giro d'affari", ha spiegato. "Bisogna che la magistratura faccia luce su questa storia": questa la conclusione. 

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