scontro a gaza

Gaza, l’analisi di Luttwak: “Israele sta vincendo la vera guerra”. Perché Hamas ha fallito

“Anche se è militare nella forma, nella sostanza la guerra è sempre una lotta politica. E, nonostante tutte le manifestazioni contro Israele nel mondo, Israele sta sicuramente vincendo la guerra politica, quella vera, che non si combatte nelle strade ma nei ministeri degli Esteri di avversari, neutrali e alleati”. Inizia così la lunga analisi di Edward Luttwak apparsa sull’edizione del 29 gennaio de Il Giornale, quotidiano diretto da Alessandro Sallusti. Il politologo ed esperto di strategia militare e di politica internazionale si focalizza sul passato di Israele, che nel 1967 rimase isolato diplomaticamente, un qualcosa che oggi non si sta verificando dopo lo scoppio della guerra a Gaza per scacciare Hamas: “Questa volta, 50 anni dopo, è stato tutto molto diverso. Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea non hanno cercato di fermare la controffensiva israeliana contro Hamas. Gli Stati Uniti si sono trovati senza ostacoli nell’invio di forniture militari, mentre il governo italiano si è schierato a favore di Israele (bloccando però vendite militari, per quanto di nessuna importanza). All’Onu, Russia e Cina hanno dichiarato cerimoniosamente il loro sostegno ai palestinesi. Ma Mosca ha continuato a cooperare con l’aviazione israeliana che opera sulla Siria per attaccare le Guardie rivoluzionarie iraniane, mentre nessun partner cinese si è ritirato da una joint venture in Israele”.

 

 

“Né - prosegue Luttwak - i crescenti appelli a ridurre i bombardamenti su Gaza hanno avuto alcuna conseguenza effettiva, poiché i bombardamenti di Israele sono stati ridotti soltanto per mancanza di obiettivi validi. Allo stesso modo, nessuno dei Paesi arabi con cui Israele ha relazioni diplomatiche le ha interrotte. Ancora più importanti sono le dichiarazioni del ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita, Faisal bin Farhan Al Saud, secondo il quale le relazioni diplomatiche con Israele non subiranno ritardi una volta terminati i combattimenti. Anche se gli scambi di intelligence e i negoziati per collaborazioni tecnologiche sono in corso da due anni senza alcuna necessità di relazioni ufficiali, la dichiarazione del ministro è la prova che l’assalto di Hamas del 7 ottobre è fallito. Lo scopo di quell’attacco deliberatamente orribile era proprio quello di boicottare qualsiasi alleanza tra sauditi e israeliani. Questo era certamente l’obiettivo del regime di Teheran, preoccupato per la fusione della tecnologia di Israele con le risorse finanziarie dell’Arabia Saudita. Un accordo che porterebbe inevitabilmente ad una cooperazione militare, che a sua volta porterebbe la potenza aerea israeliana a breve distanza dagli obiettivi iraniani”. 

 

 

E poi l’analisi finale dell'ex consulente del governo Usa: “Il cessate il fuoco, che deve precedere qualsiasi piano postbellico, è ancora bloccato da Hamas, che vuole controllare di nuovo Gaza. L’atteggiamento di chi ha appena vinto una guerra, mentre in realtà dovrebbe fare i conti con la sua sconfitta, definita dalla perdita della maggior parte della sua forza in combattenti, leader, tunnel e razzi. Finché persisterà, la guerra continuerà, perché non siamo più nel 1967 o nel 1973 e a Israele non sarà negata la vittoria”.