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Carceri sovraffolate, la ricetta di Vittorio Feltri: "Ce ne sono troppi"

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Troppi innocenti in carcere. Ne parla Vittorio Feltri nella sua rubrica pubblicata su Il Giornale del 26 gennaio. Il direttore editoriale de Il Giornale racconta la triste storia di un detenuto in attesa di giudizio da quasi 2 anni. "Un fenomeno a quanto pare molto esteso - scrive Feltri - se diamo uno sguardo ai dati, proprio gli ultimi disponibili e risalenti al 31 dicembre 2023, quindi a neppure un mese addietro. A fronte di una capienza regolamentare di 51.179 ospiti, sono ristretti nei 189 istituti di pena italiani 60.166 soggetti, di cui quasi 20.000 stranieri, che magari potremmo rispedire nei rispettivi Paesi di origine facendo spazio, risolvendo la problematica del sovraffollamento, che impedisce anche la possibilità di realizzare efficaci percorsi rieducativi (e questo è il costituzionale scopo del carcere, ossia rieducazione e reinserimento sociale), e risparmiando risorse ingenti. Ma non è questo il punto sul quale desidero focalizzarmi. Ciò che mi preme sottolineare ora è che su 60.166 detenuti oltre 9mila sono in attesa di primo giudizio, come Angelo Lombardi, precisamente 9.259 presunti innocenti. Gli appellanti sono 3.606, i ricorrenti 2.009. I condannati definitivi, quindi quelli dichiarati rei con sentenza passata in giudicato, sono poco più di 44mila su - lo ripeto - oltre 60mila persone".

 

 

 

Feltri punta il dito contro i troppi innocenti in gattabuia soprattutto se confrontati con i tanti delinquenti a piede libero. "Spesso si dice che una giustizia tardiva è una cattiva giustizia, una malagiustizia. È tragicamente vero, soprattutto quando trascorri il lungo periodo, anzi l’infinito periodo, di attesa del giudizio nelle maglie di un sistema penitenziario che ti annienta sotto ogni profilo e che qualche volta ti induce persino ad anelare alla morte. E c’è poi un fatto che non mi spiego: perché in carcere ci sono tanti innocenti e per strada tanti delinquenti, individui che hanno dato prova di essere effettivamente pericolosi per la comunità, i quali, quando tratti in arresto perché beccati con le mani nel sacco, come si usa dire, vengono rilasciati dopo pochi minuti o poche ore, liberi ancora di aggredire, rapinare, molestare e chi più ne ha più ne metta? È evidente che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe".

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