Chiara Ferragni, siamo all'elaborazione del lutto: cosa c'è dietro i follower persi
Partiamo dai numeri, difficilmente confutabili. Dal 14 dicembre, giorno in cui l’Antitrust ha comunicato le sanzioni per Chiara Ferragni e Balocco per pubblicità ingannevole, l’account Instagram dell’influencer è sceso da 29.731.293 a 29.509.845. Una perdita secca di ben 221.448 follower. Tanti? Pochi? In verità, questa aritmetica non ha molta importanza, anche se consideriamo il numero totale di coloro che ancora ne seguono il profilo, perché i follower non si contano soltanto, ma si pesano. Ognuno ha un seguito e una audience differenti e a volte basta perderne poche centinaia per avere un calo consistente di interazioni ai post pubblicati.
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Se poi, come è successo alla Ferragni con l’operazione della vendita del pandoro griffato, la perdita dei follower si è riverberata negativamente anche sugli account di Fedez e di Valentina Ferragni con altrettante emorragie di follower – più di 100 mila per il marito e oltre i 20 mila per la sorella – allora forse è arrivato il momento di chiedersi se la perdita di decina o centinaia di migliaia di follower, soprattutto quando improvvisa e motivata, può generare in un influencer le medesime reazioni psicologiche di chi è costretto dal destino a vivere un’esperienza di lutto per la perdita di una persona cara.
Sarà stata una strategia pensata o meno, ma la reazione visibile della Ferragni è stata coerente con il comportamento di chi ha vissuto un’esperienza di lutto: prima si è mostrata afflitta e in lacrime per quanto successo e subito dopo è scomparsa dai radar delle piattaforme. Si è ritirata dalla vita sociale e social. Quindi, è lecito chiedersi fatte le debite proporzioni e andando oltre il caso specifico di Chiara Ferragni, se in qualche misura le conseguenze emotive connesse al lutto, nel quale psicologicamente rientrano tutti quei sentimenti forti e quegli stati mentali scaturiti da accadimenti più o meno improvvisi che ci costringono a ripensare la nostra routine quotidiana, sono per l’influencer che perde una fetta notevole di follower? Il parallelismo non è per nulla azzardato e andrebbe indagato in modo serio.
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Infatti, per quanto siamo in assenza di un legame fisico o digitale di conoscenza diretta tra follower e influencer, il comportamento di Ferragni è stato perfettamente lineare con quello spiegato dallo psicologo Martin Seligman, che ha spiegato come le ragioni che impediscono alle persone di riprendersi da un trauma sono tre: “la personalizzazione, convincersi che la colpa di qualcosa sia solo nostra; la pervasività, credere che l’evento traumatico influenzerà ogni futuro aspetto della nostra vita; e, infine, la permanenza, pensare che le ferite lasciate dall'evento non si rimargineranno mai. È facile adesso interpretare i comportamenti assunti proprio da Ferragni, passata dalla socializzazione di ogni minuto della propria vita a un silenzio rumorosissimo.