L'ultimo dubbio
Selvaggia Lucarelli fa le pulci a Ferragni: il "caso sconcertante" dell'incubatrice
Chiara Ferragni è indagata dalla procura di Milano per "truffa aggravata da minorata difesa" in relazione alla promozione del pandoro Balocco e sarà tra le persone che verranno ascoltate per fare luce sull’indagine che vede al centro la campagna benefica dei dolci "griffati" dall’imprenditrice stessa. Oggi, attraverso un articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano, Selvaggia Lucarelli è tornata sul caso che, la giornalista, ha definito "un pozzo senza fondo". Il dubbio alla base di questo nuovo approfondimento è che l'influencer "spacci per 'errore di comunicazione' quello che invece sembra un sistema collaudato".
Lucarelli ha, in primo luogo, riportato all'attenzione dei lettori quanto emerso in questi giorni sulle bambole Trudi. "Come ben ricostruito dal settimanale Dipiù, la bambola prodotta da Trudi era stata distribuita nel 2019 con l’intento dichiarato di devolvere i profitti SOLO della vendita online sul sito di Ferragni a 'Stomp out bullying', un’organizzazione americana che combatte contro il cyberbullismo. Dunque i profitti delle vendite della bambola nei negozi e su Amazon NON andavano in beneficenza. Il giornalista Rolando Repossi ha spulciato i documenti online della associazione americana, ma nel 2019 Chiara Ferragni non risulta nell’elenco dei sostenitori e la presidente dell’associazione da lui contattata dice di non conoscere Chiara Ferragni", ha scritto la giornalista. La società Tbs di Ferragni ha quindi diffuso una nota assicurando di aver donato a tale associazione i ricavi totalizzati. "Quello che il comunicato non chiarisce, intanto, è chi sia stato il donatore. Ferragni (Tbs) o Trudi? Manca anche un dettaglio non trascurabile, ovvero l’entità della donazione. Perché non dirlo? Troppo esigua? Non è neppure specificato se Chiara avesse un accordo economico con Trudi, ma questo lo diamo per scontato. Sicuramente la sua è stata una collaborazione pagata ma non sappiamo a quanto ammontasse il suo cachet e a quanto la donazione", ha continuato Lucarelli.
Ma non è tutto, perché la giornalista è andata indietro e ha cercato di approfondire altre iniziative di beneficenza. "Il 2 marzo 2020 l’imprenditrice, grazie a un ricco accordo con Oreo, lancia una linea di biscotti brandizzata Ferragni. Un’operazione commerciale a tutti gli effetti accompagnata dall’hashtag adv. Pochi giorni dopo, il 22 marzo, in piena pandemia, come scrive per esempio Novella 2000, 'arriva l’ennesimo gesto da parte di Chiara Ferragni. Il buon cuore della blogger ancora una volta prende il sopravvento, e con dei post su Instagram la moglie di Fedez ha svelato che devolverà in beneficenza per un’iniziativa a supporto della lotta contro il Covid il 100% dei ricavati della sua nuova collezione di abiti per Oreo'", ha scritto.
E Lucarelli fa le pulci all'imprenditrice anche per un altro episodio "sconcertante". "Nell’ottobre del 2021 sua figlia Vittoria, ancora piccolissima, viene ricoverata all’ospedale Buzzi di Milano per un virus. Ferragni pubblica una foto della piccola con la flebo e alcuni selfie con la bambina. Ferragni in quei selfie indossa dei gioielli della sua linea. Il gesto non piace a parecchi follower. Pochi giorni dopo, arriva la solita operazione benefica a riparare l’immagine: l’influencer annuncia che vuole utilizzare i proventi derivanti dalla vendita dei suoi vestiti usati per regalare al Buzzi una nuova incubatrice", si legge nell'articolo. "Dunque, più che una svista (cit. Amadeus) o un’ingenuità (cit. Fabio Fazio) o un errore di comunicazione (cit. Chiara Ferragni) sembra proprio uno schema andato avanti e collaudato negli anni, con aggiustamenti in corso d’opera. Finché il vaso di Pandoro non si è scoperchiato": questa la conclusione.