Vittorio Feltri: perché Sala ha multato i senzatetto. La verità sulla beneficenza
La notizia l'ha data da lui stesso con un tweet: Vittorio Feltri ha pagato di tasca sua la multa da 230 euro rifilata dai vigili milanesi all'associazione che aveva organizzato, come ogni anno, un pranzo per i senzatetto prima di Natale nella Galleria Vittorio Emanuele di Milano. Circostanza che ha spinto una lettrice del Giornale a chiedere al direttore editoriale perché "vuole vestire i panni del cattivo se è nient’altro che un buono", si legge nella lettera pubblicata sulla Stanza di Feltri sabato 30 dicembre, in cui vengono citate altre iniziative benefiche sostenute dal giornalista che hanno avuto meno attenzione da parte dei media. "In effetti vengo definito di frequente «stro**o» (asterischi nostri..., ndr) e «cinico», ma tale non mi sono mai sentito. Mi è sempre piaciuto provocare affermando senza filtri il mio pensiero", spiega il giornalista.
La lezione di Feltri a Sala: il gesto che travolge il "sindaco crudele"
"Pagando la multa ai senzatetto non ho fatto nulla di speciale e mi meraviglio che tale gesto abbia prodotto tutta questa risonanza mediatica", ammette Feltri che chiede che l'attenzione si focalizzi "non sul mio atto, ma sull'atto del multare chi non ha un soldo in quanto ritenuto reo di violare il suolo pubblico adoperandolo per qualcosa di non consentito". Nel suo tweet Feltri aveva definito Beppe Sala un "sindaco crudele": "Vorrei rammentare a chi ha comminato l'ammenda che i senzatetto sul marciapiede pubblico e sulla strada campano, cioè dormono, bevono, mangiano tutti i giorni, loro malgrado. E ci stanno poiché non dispongono di alcun riparo. Non si può penalizzare qualcuno perché non possiede niente", afferma.
Feltri spiazza tutti: "Ferragni genio assoluto". Poi il dubbio: grande montatura
Si preferisce distogliere lo sguardo anziché affrontare il problema con umanità. "I senzatetto sono stati multati perché erano disturbanti. Non per lo spazio, risicato, che occupavano, bensì perché ci sbattevano in faccia una verità che preferiamo ignorare - continua il direttore - E questa verità consiste nella miseria, che non è lontana da noi, ma che con noi convive, anche se ci illudiamo di scacciarla".