Torri Gemelle, le teorie del terrapiattista provocano Brindisi: "Per il Superbonus..."
Neomondismo e terrapiattismo, complotti e bufale, Torri Gemelle e pasta di platano. A Zona Bianca su Rete 4 sbarca Gabriele Ceracchini, terrapiattista e fondatore del neomondismo – religione ufficiale di chi crede che la terra sia piatta – e si scatena la bagarre con gli ospiti in studio. Il padre del culto complottista si scontra una prima volta con Roberto Poletti che, dopo aver ascoltato il suo primo intervento, lo attacca ironicamente. “Mi dà l'impressione – dice Poletti – di uno molto furbo che mette assieme tutti sti matti, fa la conferenza di quattro ore per poi vendergli la pasta di platano perché lui produce pasta di platano”. 1 a 0 per il giornalista. Ma Ceracchini è implacabile, non ammette la sconfitta e rivendica: “Se io avessi voluto semplicemente vendere pasta di platano, secondo voi avrei dovuto architettare questa cosa? – chiede il terrapiattista – Noi semplicemente siamo diversi e quindi abbiamo diritto ad un mondo diverso”.
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Immediata la risposta di Poletti: “Mi sta bene finché non fate male a nessuno. Vi raccontate le vostre cavolate tra di voi. Mangiate la pasta di platano”. Il conduttore Giuseppe Brindisi ironizza prima di lanciare il servizio: “Magari che ne sai – dice sorridendo – è più buona anche della pasta di Gragnano”. Pausa servizio. Ceracchini si prepara ad intervenire sul suo cavallo di battaglia: le Torri Gemelle. Ripresa la parola, stupisce tutti. Le Torri Gemelle? “Vaporizzate con delle armi a energia diretta, come quelle usate a Maui – esordisce e alla domanda di un incredulo Brindisi “A Maui?” risponde – “si, a Maui le case sono state spianate da questi raggi della morte”. Poletti non si tiene: “Dove ha studiato tutta sta roba?”. Ma il terrapiattista non demorde: “Sono rimaste in piedi soltanto quelle che avevano il tetto di un certo colore”. Brindisi non resiste alla facile battuta: “Quale colore è rimasto in piedi perché così se dovete fare il superbonus, il colore del cappotto termico”.
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Ceracchini rivela “Blu” e poi torna all’11 settembre: “Giuseppe quando sono venute giù le torri non hanno praticamente trovato le macerie, cioè le torri sono state vaporizzate – dice – in più tu hai detto l'altra volta che le due torri erano cadute sulla terza. No, la narrazione ufficiale dice che tre torri sono state buttate giù da due aerei che è una cosa assurda, non ci si può credere”. A non crederci sono gli ospiti in studio e il pubblico, ma Ceracchini non vuole saperne di fermare il suo racconto: “Come fanno due aerei a buttare giù tre torri?”. A stopparlo ci pensa Boralevi che ironizza: “Ma lei ha visitato il museo che gli americani hanno fatto lì dove c’è la piscina con tutti i nomi dei 2300 morti? Se lei vede quel museo, lei forse sì rende un pochino più consapevole e più informato – attacca a muso duro la giornalista che poi chiude e zittisce il fondatore del neomondismo – Possiamo anche raccontare che la Sicilia sta a Cortina e che in realtà ci hanno raccontato che era un'isola ma invece è una baita sulle Dolomiti”.