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Chiara Ferragni, “pronti a collaborare”. La soffiata dai legali: c'è già la linea difensiva

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Pronti a collaborare con qualunque Procura d’Italia in attesa di ’chiarezza’ su chi siano i magistrati competenti a indagare e con cui interloquire. Gli avvocati dello studio legale Bana di Milano, che assistono Chiara Ferragni, escludono l’esistenza di reati sul caso dei ’Pandoro Pink Christmas’ di Balocco e la ’mancata’ beneficenza all’ospedale Regina Margherita di Torino. Si dicono tranquilli, pronti a fornire chiarimenti agli inquirenti ma stigmatizzano il ’gioco al massacro’ sulla propria assistita. Per ora hanno deciso di non parlare pubblicamente, almeno a fino all’Epifania, nemmeno dopo il fascicolo aperto dalla Procura di Prato ieri.

 

 

Il procedimento toscano, come i due precedenti avviati dalle Procure di Milano (che si è allargato anche al ’caso’ uova di Pasqua della Dolci Preziosi) e Cuneo, è a modello 45. Significa che per ora non c’è alcuna ipotesi di reato - né la truffa né la frode in commercio - e senza che alcuna persona o società sia stata iscritta sul registro degli indagati. È nato sulla base dell’esposto per truffa aggravata depositato da Codacons e Assourt in 104 Procure d’Italia. Un fatto che per il principio dell’obbligatorietà dell’azione penale - riflettono gli avvocati - rende in ’astratto’ possibile che altri magistrati (potenzialmente tutte le 104 Procure) si stiano muovendo sulla vicenda che ha portato l’Antitrust a sanzionare amministrativamente l’imprenditrice e influencer per oltre un milione di euro e l’industria dolciaria per 420mila euro.

 

 

Prima o poi andrà individuata la competenza sulle indagini per riunirle in un unico fascicolo: a Milano, la prima ad aprire indagini, hanno sede le società Fenice srl e TBS Crew srl che gestiscono i marchi e i diritti relativi alla figura di Ferragni. A Fossano, nel cuneese, ha sede la Balocco. A Prato come del resto in tutta Italia si trovano i consumatori che hanno acquistato i pandori, forse convinti di contribuire con il loro denaro all’acquisto di un nuovo macchinario per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing. Per dimostrarlo, però, dovrebbero aver tenuto le ricevute di pagamento di oltre un anno fa.

 

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