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Chiara Ferragni "maîtresse à penser", bufera su Repubblica: "Patriarcato"

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Un gioco di parole che non è passato inosservato, anche perché ben evidenziato nel titolo, quello di Francesco Merlo che su Repubblica ha definito Chiara Ferragni "maîtresse à penser", fondendo l'espressione "maître à penser", guida morale e intellettuale, e la parola francese con cui si intende la tenutaria di una casa di tolleranza. Calembour che infiamma i social in un cortocircuito scontato, anche perché veniamo da settimane in cui si è discusso quasi esclusivamente di patriarcato, maschilismo e pregiudizi di genere. 

 

Ma cosa scrive il giornalista? Si parla ovviamente del pandoro-gate di Chiara Ferragni e delle conseguenze profonde della vicenda. Nel lungo ed evocativo pezzo, Merlo scrive che quasi "verrebbe voglia di aiutarla", l'influencer e imprenditrice, "sarebbe giusto offrirle una via di fuga anche perché la colpa ce l’abbiamo noi che non trovando né pace né calore nel Pd di Elly Schlein, smarriti con Fratoianni e Bonelli e la famiglia Soumahoro, l’abbiamo esageratamente applaudita e laureata in quel Sanremo dello scorso anno". 

 

Insomma, era la nuova icona del progressismo e ora è caduta nella polvere. Ferragni "che l’Italia ha trasformato da imprenditrice a maîtresse à penser, da geniale venditrice a fatina bionda dei diritti civili. A Los Angeles con i suoi 30 milioni di follower e il suo fatturato da 40 milioni di euro sembrava la proiezione reale del sogno di Liza Minnelli: Money money money money, il denaro fa girare il mondo'", si legge nel pezzo che si interroga sul significato profondo della figura dell'influencer. La lunga disquisizione non fa breccia sui social dove quell'omofonia fa alzare più di qualche sopracciglio: "Chiara, qui ti danno della 'maîtresse'. Denunciare!!!", scrive un utente su X, l'ex Twitter. "Sento del patriarcato in questo xuitt", "Ahahahahah … le avete dato della prostituta!" scrivono altri utenti. Il cortocircuito è servito. 

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