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Quarto Grado, Elena Cecchettin, "Aveva capito che...": cosa è scattato in Filippo

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"Io e Giulia volevamo diventare vecchi insieme". Elena Cecchettin torna a parlare e lo fa in una intervista mandata in onda nella puntata di venerdì 22 dicembre di Quarto Grado, su Rete4. Sul perché Filippo Turetta abbia ucciso la sorella, Giulia Cecchettin, Elena afferma: "Perché è una persona che pensava di avere diritto sull'altro, e di estendere questo diritto anche al decidere se questa persona poteva vivere oppure no". 

 

Nel corso dell'intervista Elena racconta i tanti modi "sottili e subdoli" con cui Turetta imponeva il suo controllo su Giulia. "Voleva decidere se poteva uscire con le amiche, se poteva avere un po' di libertà, se poteva andare a una festa di compleanno da sola o a un concerto". Ci sono state occasioni in cui il reo confesso del femminicidio aveva avuto "momenti di gelosia spropositati", sottovalutati dalla giovane: "Forse nel giro di qualche mese riusciamo un attimo a capirci", confidava alla sorella. "La goccia" che ha fatto traboccare il vaso, secondo Elena, è quella legata all'università. "Lui le aveva detto 'rallenta perché io non riesco a laurearmi insieme a te, se tu dai tutti questi esami". Una "situazione morbosa" in cui Turetta "la trattava come una sua proprietà privata e che lei non poteva fare qualsiasi cosa al di fuori del controllo di lui".

 

Lui temeva di non laurearsi insieme a lei e di perderla. Quando Giulia poi l'ha lasciato, "lui deve averla manipolata in qualche modo, solo insistendo per tornare insieme"; tanto che Giulia si "vergognava di dirmelo", racconta la sorella. "Non te l'ho detto prima perché mi vergognavo, non volevo che tu ti arrabbiassi", sono le parole riportate da Elena. Per qualche settimana Filippo si è "sforzato di non fare scenate poi ha ricominciato tutto come prima se non peggio". Sono allora arrivate le minacce di farsi del male, per tenere Giulia legata a sé. "Aveva capito che minacciandola di farsi del male, di uccidersi, lei sarebbe rimasta anche se non voleva". Elena racconta le tante scenate per un messaggio della buonanotte non mandato, e i tanti piccoli stratagemmi escogitati dal ragazzo, ora rinchiuso nel carcere di Verona, per mantenere una forma di controllo su Giulia. "Aveva tanti meccanismi subdoli di controllo su di lei che potrebbero sembrare una cavolata, però in realtà fanno capire quanto marcia era la situazione, quanto lui la stava comprimendo e attanagliando", racconta la giovane che invita tutte le ragazze che vivono in una situazione del genere a confidarsi, a non nascondere nulla. 

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