Vittorio Sgarbi tuona contro Report, la "replica" di Ranucci: il caso del quadro
Vittorio Sgarbi replica alle ricostruzioni "infondate e gravemente diffamatorie che da giorni la trasmissione del servizio pubblico Report, insieme al quotidiano Il Fatto, giornale megafono del Movimento 5 Stelle, rilanciano con decine di articoli e filmati". "Siamo al paradosso, all’insulto, al dilettantismo e alla menzogna sistematica delle pseudo inchieste", afferma il sottosegretario alla cultura e critico d'arte. "Secondo questi dilettanti - aggiunge - un competente non va bene al governo: non deve parlare d’arte...Non possono capire, nella loro insensata vita, che una persona spenda tutto il suo danaro per acquistare opere d’arte, e che insieme le studi, che abbia scritto centinaia di libri e saggi, che abbia organizzato mostre in ogni dove, che faccia lezioni e racconti l’arte. E che sia premiato per quello che fa, che è davanti agli occhi di tutti". La controversia riguarda un quadro del Seicento nella disponibilità di Sgarbi e il furto in una delle sale di un castello di Buriasco, vicino Pinerolo, nel Torinese. Secondo la ricostruzione della trasmissione si tratta della stessa tela, mentre il critico respinge ogni accusa.
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Sgarbi attraverso una diffida ha chiesto che la puntata non venga mandata in onda domenica 17 dicembre della trasmissione di Rai3. Tuttavia il conduttore Sigfrido Ranucci, presentando i contenuti della puntata, ha annunciato sui social che "torneremo a parlare di Sgarbi". Postando tra l'altro alcuni servizi che si vedranno in tv, tra cui un botta e risposta tra lo stesso Sgarbi e un cronista di Report.
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"Ignorano - sottolinea ancora il sottosegretario nella nota che la collezione che io ho raccolto, con il mio impegno, con la mia ricerca e con i danari guadagnati nel corso degli anni, è blindata entro una fondazione dedicata ai miei genitori, con 500, dico, 500 opere d’arte vincolate dallo Stato per mia volontà, come collezione. E quindi indivisibili, invendibili, unite da un solo spirito. Adesso si sono superati , vagheggiano di furti, citando episodi inverosimili, accusando persone socialmente impegnate, e utilizzando delatori, con particolare attenzione ad autisti, che raccontano quello che non hanno capito e non capiscono".