Cominotti e il ritratto del "cartolaio matto". Picozzi: "Dalla perizia calligrafica..."
Rossella Cominotti e Alfredo Zenucchi avevano espresso in una lettera, probabilmente scritta da lei e firmata da entrambi, l’intenzione di suicidarsi. La missiva è stata ritrovata nella stanza d’albergo di Mattarana, in provincia di La Spezia, dove è stato rinvenuto anche il corpo della donna. Uccisa dal marito, che ha confessato alcune ore dopo il delitto, la scoperta del foglio potrebbe chiarire il movente dell'omicidio e confermare, quindi, quanto confessato dall'uomo: “Volevamo farla finita. Prima dovevo uccidere lei, poi mi sarei tolto la vita io. Ma alla fine non ce l’ho fatta”, aveva dichiarato agli inquirenti. La vicenda di cronaca è stata riproposta nell'ultima puntata di Quarto Grado. A intervenire sul caso è stato il criminologo Massimo Picozzi.
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"Ci potrà essere una comparazione utile tra le calligrafie e ci dirà non soltanto se la mano è la stessa (rispetto a quella di un biglietto ritrovato nell'edicola di loro proprietà, ndr), ma anche le condizioni psicologiche. Dalla perizia calligrafica è possibile cogliere segnali di turbamento", ha spiegato l'esperto. La conduttrice Alessandra Viero ha poi spostato il focus sul ritratto del "cartolaio matto" trovato nell'edicola. "Certamente singolare. Bisognerebbe ricostruire tutta la storia di questo signore e della coppia. Certo, prima sentivo le dichiarazioni di quest'uomo che diceva 'Abbiamo tentato di ucciderci con le lame delle forbici. Sarà importante capire quelli che, in caso di tentato suicidio, si chiamano segnali di prova": così ha ribattuto lo psichiatra Picozzi.