Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Harry hackerato dal Daily Mirror, a quanto ammonta il risarcimento

  • a
  • a
  • a

Il principe Harry ha inferto un duro colpo alla stampa scandalistica britannica, vincendo parzialmente la propria causa per pirateria telefonica contro il Daily Mirror. In una sentenza che avrà profonde implicazioni nel panorama dei media britannici, un giudice dell’Alta Corte ha stabilito che si è verificato un «esteso» hacking telefonico da parte del Mirror Group Newspapers dal 2006 al 2011, «anche in una certa misura» durante il periodo dell’inchiesta Leveson sulle pratiche e l’etica della stampa inglese nata in seguito allo scandalo intercettazioni di News International.

Il giudice Fancourt ha scoperto che 15 dei 33 articoli del Daily Mirror relativi al Duca di Sussex e su cui si è focalizzato il processo erano il prodotto di attacchi hacker al suo telefono cellulare o di raccolta illegale di informazioni. Il magistrato ha concluso che il telefono di Harry è stato violato «in misura modesta» dalla fine del 2003 all’aprile 2009 e attentamente controllato da figure senior dei giornali Daily Mirror, Sunday Mirror e People. Riconoscendo il «disagio» causato a Harry a seguito della pubblicazione di articoli contenenti informazioni raccolte illegalmente, il giudice gli ha riconosciuto 140.600 sterline di risarcimento danni. Leggendo una dichiarazione a nome del Duca di Sussex fuori dall’Alta Corte, il suo avvocato David Sherborne ha dichiarato: «E' un grande giorno per la verità, così come per la responsabilità. La corte ha stabilito che attività illegali e criminali sono state svolte in tutte e tre le testate giornalistiche del gruppo, Daily Mirror, Sunday Mirror e The People, su base abituale e diffusa per oltre un decennio».

 

 

 

 

«Questo caso non riguarda solo l’hacking - ha aggiunto - ma una pratica sistemica di comportamenti illegali e spaventosi, seguita da insabbiamenti e distruzione di prove, la cui portata scioccante può essere rivelata solo attraverso questi procedimento». Un portavoce del gruppo Mirror ha dichiarato: «Accogliamo con favore la sentenza odierna che dà all’azienda la chiarezza necessaria per andare avanti rispetto a eventi accaduti molti anni fa. Laddove si siano verificati atti illeciti storici, ci scusiamo senza riserve, ci siamo assunti la piena responsabilità e abbiamo pagato un risarcimento adeguato». Nel corso di un drammatico processo durato sette settimane presso l’Alta Corte, il duca di Sussex ha affermato di essere stato preso di mira per anni dall’editore del giornale, accusandolo di hacking telefonici e altri comportamenti illegali per ottenere scoop sulla sua vita privata. Harry è diventato il primo reale in 130 anni a comparire davanti al banco dei testimoni durante il processo, raccontando alla corte decine di fatti - sulla sua relazione con la sua ex fidanzata Chelsy Davy e la sua famiglia, così come aspetti del suo servizio militare e accuse di uso di droga - che sono stati pubblicati sul Daily Mirror, sul Sunday Mirror e su People tra il 1995 e il 2011 dopo essere stati ottenuti illegalmente.

 

Dai blog