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Paolo Mieli umilia gli eco-attivisti in un minuto: "Vernice nell'acqua? Succedeva quando..."

Luca De Lellis
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Il Po a Torino, il Tevere a Roma, i navigli a Milano, il Canal Grande di Venezia, il canale del Reno a Bologna: tutti imbrattati e inquinati con un colorante – a loro detta - “innocuo per flora e fauna” nel blitz dei dimostranti ambientalisti di Extinction Rebellion. Si è trattato di una protesta contro sulla COP28 di Dubai dell’1 e 2 dicembre, ossia il vertice mondiale sull’azione contro il cambiamento climatico, che ha rappresentato secondo gli ambientalisti un “ennesimo fallimento politico”. Paolo Mieli, intervenuto nello studio di Stasera Italia weekend, su Rete 4, domenica 10 dicembre, ha polemizzato nei confronti dei protagonisti, non riscontrando in loro una caratteristica fondamentale per delle azioni dimostrative efficaci. “Non hanno creatività e non sono neanche spettacolari” - ha tuonato l’editorialista del Corriere della Sera – che poi ha proseguito: “Che buttassero della vernice nell’acqua succedeva anche quando ero piccolo io”.

 

Insomma, l’ospite del conduttore Augusto Minzolini contesta l’incisività di queste manifestazioni. Estremismi non necessari, come quello di bloccare il traffico sulle autostrade, o appunto imbrattare monumenti e risorse naturali, non possono (e non devono) essere la soluzione. Perché si rischia poi, come sta accadendo, di somigliare più a delle sette ristrette reazionarie che a un movimento di massa credibile che si muove nell’ottica di protestare contro il cambiamento climatico provocato dall’uomo.

Per Mieli, “esistono stagioni nelle quali queste manifestazioni hanno successo perché c’è della fantasia e creatività”. Mentre “questa è roba, con tutto il rispetto per l’ambiente, vecchia”. L’ex direttore del Corriere ne fa proprio una questione di originalità, che poi andrebbe a generare maggior credito: “Sono delle cose dove manca l’inventiva, quel colpo di genio che ti fa dire ‘caspita, anche se non sono d’accordo però se ne sono inventata una buona’ ”. La deriva estremista non è mai un bene, e così ne risente anche la prospettiva costruttiva originaria.

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