Gramellini pazzo di Vizzardelli: "Mi identifico", il loggionista fa proseliti
In assenza di meglio, a sinistra impazza il loggionista della Scala che alla Prima del Don Carlo ha gridato "viva l'Italia antifascista". Massimo Gramellini ha dedicato proprio a Marco Vizzardelli il suo monologo a In altre parole, su La7. "Forse sono io che sbaglio a preoccuparmi a pensare che in Italia ci siano ancora i fascisti o comunque gli anti-antifascisti - afferma l'editorialista del Corriere della sera - Forse ha ragione chi dice che alla prima della Scala il loggionista avrebbe dovuto semplicemente gridare 'viva l'Italia', in fondo quell'aggiunta 'antifascista' suona persino superflua, considerando che l'antifascismo è il valore fondante della nostra comunità nazionale. Ho persino provato a buttarla sorridere pensando a quel poliziotto della Digos che, non avendo il telefono funzionante chiede all'identificando di identificarsi mandandogli la foto della sua carta d'identità".
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Finita qui? Neanche per sogno. "Alla fine mi ero quasi convinto di avere esagerato, che avessero ragione", che "ricordare ancora che l'Italia è antifascista è un vezzo polemico non più necessario". Ma poi, continua Gramellini, "apro un sito e vedo una foto", scattata "al Cineteatro di Spilimbergo in provincia di Pordenone dove trasmettevano un film su un eroe fascista della seconda guerra mondiale (in realtà il "Comandante" con Pierfrancesco Favino, ndr), e alcuni spettatori" si sono "seduti in prima fila vestiti da nazisti. Allora mi viene il dubbio che forse non è esagerato, vale ancora la pena dirlo". A quel punto tira fuori la carta d'identità: "Mi identifico. Viva l'Italia antifascista". Insomma, la sinistra riparte dal loggionista, altro che Elly Schlein.