Il criminologo

Filippo Turetta, Picozzi stronca le "diagnosi". Gli scenari e l'ipotetica perizia

Filippo Turetta, l'ex fidanzato e omicida di Giulia Cecchettin, è stato da molti raccontato come un ragazzo possessivo e ossessivo. Sebbene risulti che il giovane sia andato a confrontarsi con uno psicologo e che, quindi, abbia tentato di cercare aiuto, nulla gli ha fatto cambiare idea sulla 22enne, ormai non più sua partner. Giulia, scomparsa in un sabato qualsiasi e ritrovata senza vita in un canalone, stando a quanto emerge, avrebbe più volte parlato di questi atteggiamenti di controllo di Filippo con le sue amiche. Ma quale può essere una ricostruzione credibile di quanto accaduto? A Quarto Grado, il programma di cronaca in onda su Rete 4, Massimo Picozzi ha provato a fare chiarezza sul caso. 

 

 

"È estremamente difficile capire qual è il momento esatto, il momento in cui questa fragilità si è trasformata in qualcosa di più grande. Ho sentito tante diagnosi su Filippo e, francamente, mi lasciano un po' perplesso perché nessuno di questi che hanno fatto le diagnosi l'hanno incontrato": questa la premessa del criminologo. Sulla capacità di predire i comportamenti, ha affermato: "Noi siamo in grado di coglierli, ma predire che quei sintomi si traducano in comportamento violento, questo è estremamente difficile. Le nostre capacità di previsione sono ridotte". "Lo stalking si può tradurre in aggravante, ma qualcuno ipotizza che quest'ossessione si possa tradurre in un'arma della difesa", ha allora commentato la conduttrice Alessandra Viero. Picozzi ha ribattuto: "Se noi riconosciamo in questo ragazzo un disturbo, allora lo stalking diventa un complemento di questo suo disagio. Se risulterà che è capace di intendere e di volere, allora lo stalking diventa aggravante".