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Stasera Italia, Renzi e la stoccata a Meloni: "Così non fa neanche lo stesso inizio"

Luca De Lellis
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Pillole da uno che di referendum se ne intende, suo malgrado. “Giorgia non farlo perché lo perdi”, è l’avvertimento che Matteo Renzi ha voluto indirizzare al premier Meloni, che è alle prese con la riforma più importante da quando si è insediato a Palazzo Chigi: quella del premierato. Il leader di Italia Viva perse il suo referendum nel 2016, e quello segnò l’inizio del suo inesorabile declino politico, almeno in termini di consensi popolari. Durante la trasmissione Stasera Italia in onda su Rete 4 domenica 3 dicembre, l’ospite del conduttore Augusto Minzolini si è speso, dall’alto della sua esperienza negativa, per offrire un consiglio al leader di Fratelli d’Italia: “Fossi in lei cercherei un accordo, anche con il Partito Democratico”.

Il rapporto tra Meloni e Renzi non è mai stato propriamente idilliaco. Anzi, risale solo a qualche settimana fa il duro scontro verbale avuto tra i due in Senato, diventato anche virale sui social, sulle accise in capo al prezzo della benzina. L’ex Presidente del Consiglio ha colto quindi l’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, ironizzando su una frase detta da Meloni: “Lei dice sempre che non farà la mia stessa fine ma di questo passo non fa neanche lo stesso inizio, perché se continua a chiacchierare con i suoi alleati non fa nemmeno le riforme".

 

 

 

 

E poi ancora un riferimento al suo passato, in relazione all’attuale presente che vede (seppur ancora da lontano) lo spettro dello strumento di democrazia diretta: “Il referendum è una brutta bestia. Nel 2016, l’anno che mi ha segnato, non è che ho perso solo io. Io ho perso di brutto, ma prima di me lo ha perso anche il primo ministro inglese David Cameron. Ed era persino più importante, perché la Brexit ha segnato la storia di quel paese e dell’Europa. E poi il terzo referendum di quell’anno lo ha perso anche il presidente colombiano sull’accordo di pace con le Farc". Renzi chiosa con una battuta tipica del suo sarcasmo pungente: “Dico questo ridendo perché mentre io e Cameron ci siamo dimessi, il presidente Juan Manuel Santos se n'è fregato facendo lo stesso l’accordo e vincendo poi il premio Nobel per la Pace che è una delle cose più belle della storia della Colombia”.

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