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Che tempo che fa, Burioni gela lo studio: "C'è qualcosa che non torna"

Luca De Lellis
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Un altro virus proveniente dalla Cina ha fatto scattare un allarmismo generale, specie alla luce dei due casi riscontrati anche in Italia. Non è il Covid-19, di cui purtroppo abbiamo già fatto abbondantemente esperienza. Ma si tratta di un’ondata di polmoniti sembrerebbe provenienti dal batterio “mycomplasma”, che colpiscono in particolare i bambini. Ma dobbiamo davvero preoccuparci di nuovo? Roberto Burioni, nel corso della puntata di Che Tempo Che Fa, in onda sul canale Nove, ha offerto un riepilogo della vicenda basato sui fatti sinora accaduti. Premettendo, al contempo, che “c’è qualcosa che non torna nella tesi sostenuta dalla Cina”, soprattutto se si guarda al modo in cui stanno curando quei bambini rispetto a una malattia che dovrebbe essere invece gestita in altri sistemi. Ma andiamo con ordine. “Un sito di informazione medica molto serio ha cominciato a parlare di un numero grandissimo di infezioni respiratorie e polmoniti in Cina”, ha esordito il virologo e professore all’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano, che poi ha proseguito: “La Cina non ha detto nulla, come da tradizione, e le informazioni sono iniziate a filtrare dal Taiwan. Allora l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto chiarimenti alla Cina, che ha replicato smentendo l’esistenza di nuovi patogeni”. Ma allora da cosa deriva questa polmonite che sta intimorendo anche altri Paesi come Francia, Olanda e Danimarca? “Da quello che si è capito questa polmonite sembra causata da un batterio chiamata mycoplasma pneumoniae. Che però è un batterio noto, ciclico e che provoca nei bambini solo una polmonite che ‘cammina’, chiamata così perché i sintomi sono tipicamente lievi”.

 

 

 

 

E proprio su questo punto giace l’incongruenza che induce Burioni a una riflessione quantomeno dubbiosa. “Purtroppo lo posso solo segnalare ma che c’è qualcosa che non torna. Questo batterio si trasmette con un contatto prolungato, non come il Covid, ed è presente da sempre dando delle epidemie cicliche nei bambini. Quindi ciò non dovrebbe preoccuparci”. Tutto questo caos per una lieve polmonite pare un tantino eccessiva, ma non se questi bambini in Cina invece stanno finendo all’ospedale per essere curati. “E’ molto raro – commenta Burioni – che un bambino sano di 5 anni debba finire in ospedale. Di solito viene curato a casa con gli antibiotici. Non comprendo le foto che ho visto con decine di bambini con le flebo attaccate, per una terapia endovenosa. Gli antibiotici che noi utilizziamo contro questo batterio vengono dati per bocca”. L’ospite del conduttore Fabio Fazio ha tentato di attenuare il sentimento di paura, ma è rimasto scettico sulla versione esposta dai cinesi: “Non ho questa fiducia per le informazioni che filtrano dalla Cina. Bisognerebbe approfondire”.

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