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Filippo Turetta, “gogna permanente”. Il consiglio di Crepet ai genitori

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Un consiglio ai genitori di Filippo Turetta. È quello che arriva dallo psichiatra Paolo Crepet, che, intervistato da La Stampa, dice la sua sugli ultimi sviluppi relativi al ragazzo che ha confessato di aver ucciso Giulia Cecchettin, sua ex fidanzata: “Il fatto che i genitori non hanno voluto fargli visita in carcere è una scelta comprensibile. Di fronte a un gesto tanto immane è normale prendersi del tempo. Ora loro si trovano nel pieno di una tempesta emotiva fatta di profondo disconoscimento verso un figlio che credevano modello. E poi non dimentichiamoci della prima frase pronunciata a caldo dal padre…”. Ed ecco il suggerimento alla famiglia Turetta: “Dico loro di andarsene dall’Italia. Soprattutto per offrire una vita migliore al piccolo di famiglia che ha appena 18 anni, e restando in quel paese sarebbe condannato alla gogna permanente. I ragazzi come anche i bambini sanno essere terribili nel far pesare le tragedie. Quindi consiglio davvero a questa famiglia di tagliare i ponti con il proprio luogo di origine e andarsene lontano, all’estero, come in Francia per esempio, dove il cognome Turetta non evoca immediatamente quel ragazzo che ha ammazzato l’ex fidanzata, al di là di come andrà il processo”.

 

 

Si passa poi ad una domanda legata al futuro processo, con il nodo della perizia psichiatrica: “Di sicuro - dice Crepet - verrà chiesta, ma al massimo si potrà puntare a una semi-infermità mentale, in ogni caso il cammino processuale sarà molto complesso. Il disturbo narcisistico della personalità è una possibilità vera. Ma ogni ipotesi è azzardata, nessuno di noi conosce quel 22enne che ha la stessa età di Sinner, ma a differenza sua non pare avere imparato a cadere, fallire e rialzarsi Ok sappiamo che andava a dormire con un orsacchiotto e allora? Dicono che non abbia mai avuto problemi in famiglia, ma che cosa vuole dire? A volte anche una famiglia apparentemente tranquilla che non urla né picchia può essere violenta, in modo tanto sottile quanto feroce”.

 

 

Crepet approfondisce ulteriormente la questione prima di concludere: “C’è una violenza anche nei silenzi e nell’indifferenza. Si uccidono le persone anche senza eliminarle fisicamente. Non per niente i percorsi psicanalitici durano anni anche per scoprire che dietro le famiglie da mulino bianco non tutto è bianco e anche il mulino alla fine era un miraggio”.

 

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