Dimartedì
DiMartedì, comizio anti-Meloni di Rossella: “Rappresenta il fascismo”
“È vero che la destra al governo rappresenta la resistenza del patriarcato?”. È questa la domanda con cui Giovanni Floris accoglie in collegamento nel corso della puntata del 29 novembre di DiMartedì, talk show serale di La7, Carlo Rossella. L’ex direttore del Tg5 risponde così al quesito: “Certo, rappresenta soprattutto la resistenza di qualcosa e qualcuno con cui abbiamo chiuso i conti il 25 aprile del 1945”. “Addirittura il fascismo?”, chiede subito il padrone di casa e il giornalista risponde: “Ce lo fanno ricordare, non siamo noi che lo vogliamo ricordare, è la destra al potere che ce lo fa ricordare”.
Si passa poi a parlare della manifestazione di sabato scorso: “È stata - dice Rossella - una bella manifestazione di donne, come non si vedeva da tanto tempo in Italia. Ci sono stati slogan giusti, hanno dato una bella impressione delle donne del nostro Paese da chi ha guardato dall’estero. Non è stata una manifestazione contro la cultura della destra, erano donne non certo di destra, ma non era contro. Questa destra italiana, estrema, estremissima destra, ama piangersi addosso qualunque cosa succeda in dissenso con loro, è sempre qualcosa contro la cultura della destra. La sinistra ha le spalle talmente larghe per potersene fregare della cultura della destra”.
Floris chiede conto della presa di posizione di Giorgia Meloni sul patriarcato, ricordando le parole sulla famiglia di sole donne: “Probabilmente - ragiona Rossella - pensa che mescolando pubblico e privato nasconda in parte il privato e in parte il pubblico, invece non nasconde un bel niente e traspare benissimo la cultura, la psiche e l’atteggiamento della Meloni, che non è certo un atteggiamento di sinistra, ma di destra, destra, destra. Cosa intendo? Intendo i valori espressi dalla destra a partire da LUI, scritto maiuscolo, ad oggi. Il ricordo di LUI è rimasto molto dentro nella destra italiana, anche in quella di Meloni. È una destra molto arrogante, si sentono padroni, di questo Paese e della sua gente, vorrebbero esserlo anche degli intellettuali che criticano”. “Mi sono sembrate dichiarazioni abbastanza imbarazzanti per lei”, l’ultima frase al veleno sul question time della scorsa settimana tenuto dal presidente del Consiglio in Senato.