Scintille in tv
Italo Bocchino fa impazzire Carlotta Vagnoli: "Non mi infantilizzi. Mi faccia finire!"
La manifestazione organizzata da "Non una di meno" e l'assalto alla sede di "Pro Vita e Famiglia" sono state le due tematiche che hanno acceso il dibattito a Otto e mezzo, il programma di politica e di attualità di La7. A confrontarsi in diretta tv sono stati Italo Bocchino e Carlotta Vagnoli. La conduttrice Lilli Gruber ha aperto il dibattito: "Giorgia Meloni è stata molto dura nell'attacco alla sede dell'associazione Pro Vita, e ha ricordato come l'assalto alla sede della Cgil fu condannato da tutti mentre questo assalto no. Cosa è successo? Come sta la questione?".
La prima a rispondere è stata l'attivista femminista che, in collegamento con lo studio, ha detto: "Sicuramente la violenza va condannata, questo è fuori da ogni dubbio. Parliamo di un atto di vandalismo e di un attacco di matrice fascista, quello alla Cgil. Ma proprio perché come dice Meloni vanno condannati tutti gli attacchi violenti, bisognerebbe ricordare anche i protégé del governo. Dietro ai Pro Vita ci sono persone che continuano a fare coercizione riproduttiva ed è una grande violenza, sono stati segnalati tantissimi cartelli di propaganda affissi per le strade da pro vita e anti-aborto, tutti levati, perché facevano una propaganda violentissima sui corpi delle donne e della comunità trans. Stiamo parlando di violenza a 360 gradi".
Italo Bocchino non ha potuto non intervenire. "Vagnoli in sostanza dice che non si dovrebbe fare, e che però loro se lo meritano": così ha esordito. La scrittrice è saltata dalla sedia: "Non ho detto questo". "Di fatto sì", ha confermato il direttore del Secolo d'Italia. L'attivista non si è tenuta: "No, sono abbastanza sicuro di quel che dico e la prego di non infantilizzarmi. Le violenze vanno tutte condannate. Mi faccia finire! Mi faccia finire!". "Perché il movimento femminista non la condanna?", l'ha incalzata Bocchino. "Non posso rispondere per il movimento femminista e per Non una di meno, posso dirle quello che penso io: vanno condannati come atti, perché poi vanno in secondo piano le rivendicazioni politiche che quella piazza portava. Meloni non scenderà nel merito delle proposte politiche, perché c'è un casus belli che verrà cavalcato", ha concluso Vagnoli.